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Il lipofilling mammario

Il lipofilling mammario
Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, socio SICPRE e GIST. Durante la sua carriera ha realizzato più di 3000 interventi e oltre 6000 trattamenti estetici.
Creazione: 4 ott 2012 · Aggiornamento: 21 ott 2020
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Il tessuto adiposo è diventato oggi il miglior "amico" del chirurgo plastico: dai tempi del Dott. Coleman, che per primo ha standardizzato la tecnica del Lipofilling, fino ad oggi, l'impiego del grasso autologo per rimodellare i volumi del viso e del corpo, per ridurre le rughe e per correggere le cicatrici, ha avuto una enorme diffusione.

I vantaggi della tecnica sono enormi, soprattutto se confrontati con le procedure che richiedono l'impianto di materiali diversi, come le protesi al silicone, da sempre impiegate per le mammelle, i glutei, i polpacci e il viso (zigomi, mento, mandibola). Innanzitutto è ovviamente più "naturale" ricorrere ad un tessuto proprio, anche e spesso soprattutto per ragioni psicologiche: molte pazienti rifiutano l'impianto protesico perché ritenuto - a ragione o torto - un qualcosa di estraneo, pericoloso e incompatibile.

Senza entrare nel merito di una scelta personalissima, spesso condizionata da preconcetti, bisogna ammettere che il grasso non darà mai problemi di "rigetto", mentre le protesi, ancorché in una minoranza di casi, possono in alcune pazienti predisposte, provocare una reazione dell'organismo (la c.d."contrattura capsulare").

Il Lipofilling consiste nel prelievo di variabili quantità di grasso mediante lipo-aspirazione, sua preparazione e purificazione (mediante lavaggio, filtrazione e centrifugazione) e nel trapianto del tessuto "puro" nelle sedi desiderate: mammelle o regione pettorale nel maschio, glutei, polpacci, volto, labbra, cicatrici depresse. Buona parte (ma non tutto!) del grasso così trapiantato attecchirà stabilmente; parte verrà invece riassorbita nell'arco delle prime settimane.

lipofilling seno prima e dopo

Confronto prima e dopo l'intervento in una paziente del Dott. Cristiano Biagi

Lipofilling vs protesi mammarie

La correttezza nell'esecuzione della tecnica garantisce, insieme ad alcune accortezze che il paziente deve seguire (come, ad esempio, evitare di comprimere la zona interessata per i primi giorni), una buona riuscita della procedura. Spesso sono necessari più interventi da eseguirsi nell'arco di alcuni mesi per ottenere il risultato desiderato in termini di volume finale o per correggere eventuali asimmetrie.

Questo aspetto rende il lipofilling mammario poco attrattivo, almeno qui in Italia, dove la maggior parte delle pazienti non ama sottoporsi a più di un intervento. Tuttavia, soprattutto quando le zone "donatrici" sono poco "abbondanti", per ottenere un aumento volumetrico importante del seno o dei glutei, due o tre Lipofilling in successione sono l'unica soluzione praticabile.

Le protesi, dal canto loro, permettono di ottenere un risultato preciso in una sola volta, potendo scegliere prima con precisione il volume e la forma migliore nella singola paziente. Le zone da cui il grasso viene prelevato sono: ginocchia (le migliori!), addome, cosce e glutei. Se la paziente presenta in queste aree degli accumuli adiposi rilevanti, il Lipofilling permetterà di ridurli e quindi di ottenere un risultato doppio: aumento e miglioramento del profilo delle mammelle e rimodellamento dei profili corporei.

Se poi consideriamo il fatto che col Lipofilling vengono trapiantate anche le cellule staminali, molto abbondanti nel tessuto adiposo, si capisce come mai questa procedura serva a ringiovanire la pelle delle zone trattate. Alcuni studi sostengono la teoria che il grasso che attecchisce derivi direttamente dalle staminali trapiantate, che diventano cellule adipocitarie mature.

Procedura, sicurezza e conclusioni

Il Lipofilling, anche se di piccola entità, viene praticato in sala operatoria, in quanto da un lato le procedure di prelievo e preparazione richiedono un ambiente sterile e dall'altro il paziente viene sottoposto ad anestesia, generalmente la combinazione di locale e sedazione profonda.

Alcuni anni fa si discuteva sul problema che la presenza di calcificazioni sul grasso trapiantato (fenomeno molto frequente ma privo di significato clinico) potesse trarre in inganno il radiologo che esegue una normale mammografia nella diagnosi di tumore mammario. In realtà il problema è stato ampiamente risolto, in quanto le calcificazioni che devono mettere in allarme sono micro calcificazioni, ben diverse da quelle (macro) che possono depositarsi sul grasso.

Concludendo, alla domanda quando optare per il lipofilling, personalmente risponderei dicendo che nelle pazienti magre, che non possono o non vogliono sottoporsi a due o più interventi (e magari sono terrorizzate dall'idea di poter ingrassare un po' per favorire il lavoro del chirurgo...), le protesi restano la scelta migliore; nelle pazienti invece con discreti o importanti accumuli di grasso, la scelta del Lipofilling rappresenta un'ottima alternativa all'impianto di protesi.

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