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NanoFat: ringiovanire con il grasso autologo

NanoFat: ringiovanire con il grasso autologo
Specialista in Chirurgia Generale, membro della World Society of Cosmetic Surgery ed ex presidente della SCEI, ha insegnato le tecniche della Chirurgia Estetica nell'ambito di diversi master.
Creazione: 16 set 2018 · Aggiornamento: 24 apr 2019
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Da ormai 30 anni si effettuano i trapianti di grasso a scopi medici estetici. Infatti, nel tempo si è scoperto che il grasso non è solo un tessuto di accumulo ma anche il più grande deposito di cellule staminali che possono differenziarsi in fibroblasti.

Per avere un buon numero di cellule staminali era però necessario trapiantare un gran volume di grasso. Gli studi hanno, inoltre, evidenziato che all’interno del grasso trapiantato erano presenti grosse quantità di cellule stromali mesenchimali (msc) capaci di rigenerare nei tessuti trapiantati anche la componente vascolare e di supporto dei tessuti, la cosiddetta componente stromale .

Estrarre queste cellule sembrava quasi impossibile, invece in pochi semplici passaggi, è ora possibile ottenere un tessuto ricco di msc, senza cellule adipose e ricco di fattori di crescita: il NanoFat.

Gli usi del NanoFat in Medicina Estetica

Il NanoFat è un nuovo concetto di trapianto di grasso che non dà volume e non solo ringiovanimento tissutale, poiché le cellule adipose sono eliminate lasciando un concentrato di cellule staminali e fattori di crescita. Per questo motivo il NanoFat è particolarmente indicato per il trattamento delle rughe sottili e della pelle molto invecchiata e rende possibile infiltrare aree prima difficilmente trattabili:

  • Occhiaie
  • Rughe perioculari
  • Rughe perilabiali
  • Collo
  • Décolleté
  • Pelle “a cartina geografica”
  • Mani
  • Pieghe delle ginocchia
  • Pieghe del gomito

Il Nanofat ispessisce il tessuto connettivale indispensabile per il mantenimento della elasticità: il vero muro contro l’invecchiamento cutaneo.

Come funziona?

Istologicamente si osserva una nuova vascolarizzazione che migliora la vitalità oltre che del tessuto trattato anche dei tessuti circostanti.

Il NanoFat si ottiene da un piccolo prelievo di grasso, che avviene in genere dalla pancia o dall’interno cosce, e richiede pochi minuti in anestesia locale.

Successivamente ci sarà il lavaggio del grasso prelevato, seguito da una filtrazione selettiva con un dispositivo medico dedicato. Il liquido così ottenuto viene utilizzato in dosi “generose” nelle zone prescelte, senza preoccuparsi di un eventuale eccesso poiché il liquido infiltrato non ha funzioni di filler ma solo di biorigenerazione tissutale.

Che risultati si possono ottenere?

I veri risultati si osservano dopo circa 3 settimane dall’innesto ma la stimolazione continua per circa 1 anno. Gli studi effettuati hanno dimostrato un aumento del collagene di tipo 3 ed 1, espressione di tessuti sani e più giovani, con rigenerazione delle fibre elastiche e della matrice extracellulare, neo vascolarizzazione ed ispessimento del derma .

I tessuti appaiono molto più elastici e con una notevole riduzione delle microrughe superficiali.

Il NanoFat può essere addizionato al PRP per aumentare il numero di fattori di crescita presente all’interno della soluzione e amplificare l’effetto di bioristrutturazione e ringiovanimento dei tessuti.

Prossima frontiera dell’utilizzo del NanoFat è la possibilità di utilizzare delle specifiche banche per la crioconservazione di tessuti così prelevati, in questo modo si potrà ottenere una quantità molto maggiore di NanoFat da poter impiantare negli anni successivi al prelievo, senza dover affrontare nuovi interventi di lipoaspirazione ed ottenere materiale da utilizzare nei 3-4 anni successivi.

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