La superficie delle protesi può essere liscia o testurizzata, quest’ultima risulta leggermente ruvida o dall’apparenza simile alla carta vetrata.
Vediamo quali sono le differenze tra le due protesi, grazie alle informazioni fornite dal Dott. Gianfranco Romeo:
- protesi lisce: il vantaggio di queste protesi è che al tatto danno una sensazione più naturale, per via del loro sottile strato esterno. Inoltre sono più mobili, quindi seguono i movimenti del corpo in modo più naturale. Tuttavia, proprio il fatto che siano più mobili può essere più facilmente causa di contrattura capsulare*.
- protesi ruvide (dette anche testurizzate): la loro copertura è stata studiata per aderire maggiormente ai tessuti che la circondano e per questo permettono di ridurre il rischio di contrattura capsulare. Vengono in genere preferite quando l’incisione è sopra il muscolo. Le protesi a goccia, o anatomiche, sono sempre ruvide.
*La contrattura capsulare, o incapsulamento, si produce quando il tessuto cicatriziale che circonda la protesi cresce e opprime la protesi, causando un indurimento del seno. Nonostante si affermi generalmente che le protesi ruvide riducano il rischio di questa complicazione, ciò non è ancora stato ancora confermato scientificamente in maniera conclusiva dagli studi effettuati.
Differenze di testurizzazione.
Le protesi testurizzate non sono tutte uguali, ma esistono 3 diverse tipologie di superficie: protesi nanotesturizzate, protesi microtesturizzate e protesi macrotesturizzate. Queste ultime sono state recentemente oggetto di attenzione e preoccupazione, dopo che l’agenzia francese del farmaco ANSM le ha ritirate dal mercato a causa dei dubbi riguardanti la loro correlazione con il linfoma anaplastico BIA-ALCL e con la Breast Implant Illness. Al momento, però, il Consiglio Superiore di Sanità italiano ha dichiarato che non ci sono evidenze sufficienti per il loro ritiro o per suggerire il loro espianto. I Paesi dove le protesi macrotesturizzate sono state ritirate sono: Francia, Canada e Australia. Mentre, a seguito dell’allarme lanciato dalla FDA statunitense, l’azienda Allergan ha deciso di ritirare volontariamente i suoi modelli di protesi mammarie Biocell in attesa di ulteriori verifiche, e alle quali era già stato ritirato il marchio CE in Europa.
In uno dei suoi articoli la Dott.ssa Adriana Pozzi, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, rassicura riguardo la bassa incidenza di questa patologia, che infatti colpisce 3 pazienti su 100.000. Inoltre, la dottoressa sottolinea il ruolo fondamentale dei controlli di screening e l’importanza per ogni donna portatrice di protesi mammarie di sottoporsi ad esami di controllo regolari ogni anno, in modo da evidenziare tempestivamente qualsiasi anomalia.