Di solito la procedura viene eseguita nello studio del medico e in regime ambulatoriale. Innanzitutto la zona da trattare dovrà essere pulita e verrà somministrata l’anestesia locale. In alcuni casi, potrebbe essere necessario utilizzare la sedazione orale, ma questo dipenderà dalle caratteristiche del paziente e dalla valutazione del medico. La durata dell’intervento dipenderà dalle condizioni di partenza e dalla quantità di follicoli che dovrà essere trapiantata.
Le tecniche di trapianto o autotrapianto utilizzate attualmente sono principalmente tre:
FUSS (Follicular Unit Strip Surgery). Questa procedura – spiega il Dott. Alessandro Maria Caboni – prevede prima di tutto il prelievo di una striscia (da qui la denominazione di Strip) di cuoio capelluto nell’area della nuca del paziente. Il tessuto prelevato viene quindi diviso nei singoli capelli che possono essere separati con l’utilizzo di stereomicroscopi a fortissimo ingrandimento che non danneggiano i follicoli così da permettere il completo attecchimento. A questo punto i capelli prelevati e separati possono essere ritrapiantati nelle zone riceventi colpite dalla calvizie o dall’alopecia. Nelle successive 2 o 3 settimane i capelli trapiantati cadranno, ma rimarranno i follicoli che in un periodo compreso tra i 3 e i 6 mesi daranno origine ai nuovi capelli che continueranno a crescere nei mesi e anni successivi in maniera duratura.
FUT (Follicular Unit Transplantation). Anche in questo caso la tecnica prevede il prelievo di una striscia di cuoio capelluto (Strip) dalla quale verranno estratte le unità follicolari. Il vantaggio. precisa il Dott. Piero Rosati, è dato dalla precisione e minuziosità della procedura di estrazione che riduce al minimo i possibili danni ai follicoli e per questo motivo i risultati di attecchimento possono essere molto alti.
FUE (Follicular Unit Extraction). Questa è una tecnica che prevede il prelievo diretto delle unità follicolari che andranno ad essere trapiantante. Il prelievo, spiega il Dott. Rosati, può essere eseguito dal medico manualmente o tramite l’ausilio di un sistema rotante motorizzato. Lo svantaggio di questa tecnica rispetto alle altre – prosegue lo specialista – è che le percentuali di ricrescita possono essere più basse rispetto alle altre metodiche, perché le unità follicolari potrebbero essere danneggiate durante l’estrazione e quindi non attecchire e inoltre richiede la totale rasatura della zona donatrice.