Sbiancamento anale

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  • Anestesia locale
  • Non richiede ricovero ospedaliero
  • Meno di 1 ora d'intervento
  • Non richiede riposo
  • Effetti immediati
  • Risultati temporanei

Cos'è lo sbiancamento anale?

Lo sbiancamento anale, noto anche con il nome di “anal bleaching”, è un trattamento nato primariamente negli ambienti del cinema erotico e pornografico e richiesto da molti attori per esigenze puramente estetiche. Oggi questo tipo di trattamento è diventato una vera e propria moda, soprattutto in seguito alle testimonianze di molte star che hanno fatto cadere il tabù rivelando di essersi sottoposti a varie sedute di sbiancamento. Al giorno d’oggi è sempre più richiesto da uomini e donne di tutte le età che vogliono seguire un nuovo trend, acquisire fiducia in se stessi e vivere con disinvoltura la propria sessualità.

Iperpigmentazione anale, cause ed effetti

Sbiancamento anale

La zona genitale è un’area particolarmente sensibile del nostro corpo, l'epidermide anale è un tessuto sottile attraversato da molti capillari e dalle vene emorroidarie che permettono il drenaggio venoso del retto. La zona è particolarmente ricca di terminazioni nervose, che la rendono particolarmente sensibile al tatto, così come molte altre zone erogene del nostro corpo.

È probabile che con il passare del tempo l’epidermide dell’orifizio anale e della vulva tenda a scurirsi creando un antiestetico effetto di “pelle macchiata”, scientificamente conosciuto con il nome di Iperpigmentazione anale. Questa condizione è un fattore del tutto fisiologico e non è legato a particolari patologie, proprio come spiega la Dott.ssa Alice Panzeri. Tra i fattori più comuni che causano un’alterazione della colorazione della mucosa epidermica troviamo:

  • l’età, con il passare degli anni la nostra pelle subisce profondi cambiamenti e non solo nella zona genitale.
  • le alterazioni ormonali, dovute alla pubertà, a cambiamenti repentini del nostro corpo o legate ad alcune patologie, possono portare alla produzione di una maggiore quantità di melanina.
  • le tecniche di rasatura, i componenti chimici di alcuni prodotti depilatori possono alterare la colorazione epidermica.
  • l’attrito di indumenti stretti, come l’utilizzo di jeans attillati, tanga, ecc.
  • la gravidanza, un aspetto comune a molte donne in dolce attesa è proprio il potenziamento della pigmentazione melanica in alcune aree del corpo.
  • l’obesità, l’eccessiva presenza di insulina nel sangue può comportare dermatosi e iperpigmentazione.
  • il tipo di pelle, la produzione di melanina cambia molto dal nostro tipo di pelle, fattori genetici ed ereditari influiscono su questo aspetto.

L’iperpigmentazione anale non rappresenta una minaccia per la nostra salute, sebbene la valutazione di un medico è sempre consigliabile per poter ricevere una valutazione autorevole sul proprio caso specifico e decidere per una eventuale azione estetica.

Chi è il candidato ideale?

Donna in slip

È importante ricordare che lo sbiancamento anale è un trattamento puramente estetico, infatti, l’iperpigmentazione non è una patologia e il suo trattamento non comporta dei miglioramenti per la salute del soggetto. Spesso gli uomini e le donne che decidono di effettuare l’anal bleaching avvertono un senso di imbarazzo causato dalla colorazione tendente al bruno della loro pelle in zona genitale-anale che può diventare visibile indossando alcuni indumenti intimi, come il tanga.

Questa pratica è nata negli Stati Uniti dopo la richiesta di alcuni attori di cinematografia erotica e pornografica. Non essendo una zona del nostro corpo generalmente esposta all’esterno, le motivazioni principali spesso sono legate alla sfera sessuale intima del paziente che desidera vivere liberamente la propria vita erotica senza tabu e senza imbarazzo.
Una delle cause più comuni per cui ci si rivolge a un medico per effettuare uno sbiancamento anale corrisponde purtroppo a un falso mito da sfatare. Un pregiudizio assai diffuso vuole che l’iperpigmentazione della mucosa anale sia da attribuire a una scarsa igiene personale, mentre i medici dello Studio medico BiospheraMed confermano che si tratta di un fattore puramente fisiologico, una caratteristica del tutto naturale del corpo umano.

Bibliografia

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