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Mastoplastica additiva, riduttiva o mastopessi: tutto quello che devi sapere sul tuo seno

Mastoplastica additiva, riduttiva o mastopessi: tutto quello che devi sapere sul tuo seno
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 17 mag 2018 · Aggiornamento: 16 lug 2019
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Gli interventi per aumentare e modellare il seno sono tanti e tutti leggermente uno diverso dall'altro. Vediamo insieme a Laura1203 quali sono i più comuni e in cosa si deifferenziano.

Districarsi tra le terminologie di chirurgia estetica, per i non addetti ai lavori, non è impresa facile e tutte noi abbiamo dovuto almeno una volta andare cercare significati di parole sconosciute, termini anglosassoni dall'aria minacciosa o unità di misura dimenticate fin dai tempi delle scuole medie… ma niente paura!

Ecco qui un glossario con alcuni dei termini riferiti alla chirurgia del seno :)

♕♕♕Laura1203

Mastoplastica Additiva

Aumento di volume della mammella ottenuto, nella maggior parte dei casi, con il posizionamento di una protesi o con innesto di tessuto adiposo (lipofilling);

Mastoplastica riduttiva

E' l'intervento di chirurgia estetica volto alla riduzione del seno mediante la riduzione del volume della mammella e il suo rimodellamento.

Dott. Angelo Scioli
Senza opinioni
Pescara, Pescara

Lipofilling

Tecnica in grado di aumentare "naturalmente" il volume del seno, o di altre parti del corpo, che prevede il prelevamento di grasso aspirandolo da zone come le cosce o l'addome, o da qualunque altra sede di prelievo disponibile, per poi trasferirlo in qualsiasi altra regione corporea.

Asimmetria

La maggior parte delle donne non ha un seno perfettamente simmetrico. L'asimmetria mammaria si riferisce ad uno squilibrio di proporzioni, misura e forma tra una mammella e l'altra. Le asimmetrie dovrebbero essere valutate dal vostro chirurgo che formulerà il piano chirurgico più adeguato per ridare simmetria alle mammelle.

Ampiezza dell'emitorace

La metà destra o sinistra del torace, considerato diviso in verticale. E' una misura che il chirurgo deve prendere in fase preoperatoria per selezionare la dimensione giusta dell'impianto. I seni delle donne variano solitamente da 11 a 14 cm ed è meglio optare per un impianto leggermente più stretto rispetto al dimensione dell'emitorace.

Per la scelta della protesi infatti si considera innanzitutto il diametro del torace (torace stretto, medio, largo) e poi l'estensibilità della cute o "compliance cutanea" . La protesi dovrà avere la base o diametro inferiore al diametro dell'emitorace corrispondente e la sua sporgenza (detta proiezione) proporzionata alla compliance cutanea (estensibilità).

Solco mammario

Espressione indicante la caratteristica piega cutanea presente sotto i seni.

Ptosi

Abbassamento di un organo rispetto alla sua normale sede anatomica (ptosi mammaria, ptosi palpebrale, ecc.).

Seno ptosico

E' la definizione clinica del seno cadente. La ptosi del seno ha come corollario una cute rilassata ed in eccesso. Spesso il volume di un seno cadente è eccessivo, ma possono apparire cadenti anche i seni piccoli. La ptosi mammaria e può essere dovuta a tanti motivi diversi, per esempio a motivi ereditari, all'invecchiamento, alla gravidanza ed all'allattamento, alla menopausa o ad un repentino dimagrimento. Le ptosi mammarie possono essere di quattro tipi diversi a seconda che il rilassamento del seno sia più o meno accentuato e può riguardare l'areola (ptosi del CAC complesso areola capezzolo) – oppure la ghiandola ( ptosi ghiandolare).

Mastopessi – Lifting del seno

La mastopessi è una procedura di chirurgia estetica che solleva il seno, gli dà una forma più proporzionata e rialza la posizione dei capezzoli. Si possono anche ridurre le areole allargate.

Può essere eseguito assieme ad un intervento di aumento del seno.

In base al grado di ptosi e alle caratteristiche della paziente si sceglie tra diverse tecniche possibili:

  • Mastopessi periareolare o Round Block: questa tecnica richiede incisioni circolari attorno all'areola. Viene rimossa la pelle attorno all'incisione finché non viene raggiunta la quantità appropriata. Il chirurgo può sollevare il capezzolo e suturare tutto. Non è la procedura adatta per chi ha i seni grandi o molto cadenti e viene usata per ptosi inferiori ai 2 cm. I suoi limiti principali, infatti, sono quelli di non poter correggere ptosi mammarie di grado elevato, e quello della scarsa qualità delle cicatrici che alcune pazienti sviluppano. Questo ultimo aspetto sembra essere legato da una parte alla qualità della cute di questo tipo di pazienti con mammelle ptosiche in cui sono spesso presenti smagliature e striature; dall'altra l'eccessiva tensione nel sito di sutura può condurre ad uno slargamento della cicatrice che, in questo tipo di interventi, è presente lungo tutto il bordo areolare. E' di fondamentale importanza, quindi, che la resezione cutanea per sollevare le mammelle sia minima per evitare l'eccessiva tensione.
  • Mastopessi con incisione verticale (lollipop): viene realizzata un'incisione verticale dal capezzolo alla piega sotto al seno dove questo incontra il torace. Questa procedura è idonea per pazienti che hanno un seno poco cadente con ptosi fino a 4 cm.
  • Mastopessi con incisione ad ancora o T rovesciata: viene eseguita un'incisione forma di ancora lungo la parte inferiore del seno e intorno all'areola. E' la più complicata ma anche la più efficace. Si effettua su seni con ptosi oltre i 4 cm.

Posizionamento delle protesi

Esistono fondamentalmente 5 tipi di posizionamento: sottoghiandolare, sottofasciale, dual plane, sottomuscolare e triple plane.

• Tecnica sottoghiandolare: la protesi è posizionata al di sotto della ghiandola mammaria ed al di sopra del piano muscolare. E' possibile eseguire questa tecnica se vi sono tessuti (cute e ghiandola) abbastanza spessi da poter consentire quanto più possibile una buona copertura, nonché inferiore visibilità e palpabilità, della protesi mammaria.

I vantaggi si riferiscono ad una guarigione più rapida, ad un decorso post operatorio meno doloroso e una forma del seno già bella da subito.

Gli svantaggi si riferiscono ad una maggiore possibilità che si senta la protesi nei bordi del seno, l'aumento dell'incidenza di contrattura capsulare, difficoltà maggiore nel fare la mammografia e tendenza nel tempo del seno a cadere verso il basso, motivo per cui sono da preferire protesi non troppo grandi/pesanti.

• Tecnica sottofasciale: la protesi è posizionata sotto la sottile ma robusta fascia che riveste la faccia anteriore del muscolo grande pettorale. Rispetto alla tecnica sottoghiandolare, il posizionamento sottofasciale consente di nascondere maggiormente i bordi dell'impianto, di ottenere una forma naturale del seno, di ridurre il rischio di dislocazione della protesi e di visibilità di pieghe (rippling) e, secondo alcuni lavori scientifici, di contrattura capsulare.

• Tecnica Dual Plane: la protesi è parzialmente sotto il muscolo grande pettorale, solo in corrispondenza della parte più alta della mammella, mentre della parte centrale, dietro l'areola, è posta in posizione sottoghiandolare. In questo modo la protesi può esprimere tutta la sua proiezione e si evita lo spostamento laterale degli impianti tipico della mastoplastica sottomuscolare. E' possibile personalizzare l'intervento in base alle esigenze della paziente variando il grado di copertura (maggiore o minore) del muscolo pettorale sulla protesi.

La tecnica dual plane permette di ottenere dei risultati più naturali e duraturi nel tempo, associando in una stessa tecnica i vantaggi delle tecniche sottomuscolare e sotto ghiandolare ed evitandone i rispettivi svantaggi.

• Tecnica Sottomuscolare: questa tecnica è utilizzata quando i tessuti cutaneo-ghiandolari sono ipotrofici o atrofici. La protesi è posta sotto il muscolo pettorale divaricando le fibre fra gran pettorale ed obliquo, e parzialmente sotto il muscolo dentato.

Il vantaggi: il muscolo permette, in alcuni settori mammari, una migliore copertura e minore visibilità e palpabilità della protesi, mammografie più semplici, una minore visibilità di pieghe protesiche (rippling), una ridotta probabilità di contrattura capsulare e, nel caso si verificasse, minore visibilità della stessa.

Gli svantaggi si riferiscono ad un minore controllo della forma della mammella e della posizione del solco sottomammario, al possibile spostamento laterale e verso l'alto della protesi con conseguente allargamento dello spazio tra le mammelle e ad una antiestetica variazione della forma della mammella durante la contrazione del muscolo pettorale.

•Tecnica Triple Plane: nella tecnica triple Plane il polo superiore dell'impianto viene inserito sotto il muscolo pettorale, evitando così che si formi uno stacco troppo netto tra seno e decolleté, la parte centrale della protesi, dove c'è la maggiore proiezione, si inserisce dietro la ghiandola mammaria, mentre il polo inferiore della protesi viene inserito sotto il muscolo Serrato (o Dentato) anteriore. In questo modo è possibile impedire la percezione dell'impianto e il doppio profilo; i due muscoli inoltre mantengono la protesi in posizione anche in caso di attività particolarmente intense o di contrazione.

Superficie della protesi – Liscia e Texturizzata

Gli impianti si possono dividere in due grandi categorie: quelli che possiedono una superficie liscia e quelli che hanno invece una superficie texturizzata. Texturizzata significa che sulla superficie della protesi sono presenti dei micropori, di grandezza variabile a seconda della marca della protesi (si parla di micro, macro e nano texturizzazione). La texturizzazione ha l'obiettivo di ridurre l'incidenza della contrattura capsulare. La presenza dei micropori infatti contrasta l'organizzazione delle fibre collagene all'interno della capsula, indebolendola e riducendo l'incidenza di questa complicanza.

Un altro beneficio della texturizzazione consiste nella maggiore stabilità della protesi, dovuto al maggiore attrito con i tessuti circostanti. Questo riduce infatti la probabilità di rotazione o malposizionamento della protesi

Rottura (di protesi mammaria)

Per rottura di un impianto protesico si intende la futura dell'involucro di una protesi. Può essere un difetto delle dimensioni di un puntino o uno strappo più ampio dell'involucro.

Bottoming out

Dislocazione dell'impianto al di sotto del solco mammario. Questa complicazione si presenta quando la protesi mammaria scende oltre il solco in una posizione eccessivamente bassa rispetto al complesso areolare conferendo al seno un aspetto esteticamente sgradevole. E' necessario un intervento correttivo.

Doppio Profilo - Double-Bubble

Si evidenzia quando il seno naturale si presenta cadente rispetto alla protesi.

Cause:

Esistono diversi scenari che possono comportare il doppio profilo, incluso il posizionamento improprio della protesi mammaria. Si verifica più spesso nelle donne con seno ptosico i cui impianti sono stati posizionati sotto i muscoli del petto. Gli impianti, trattenuti dal muscolo, non scendono ad alloggiarsi nel solco sottomammario creato.

Synmastia

Synmastia si riferisce al fatto che il seno è troppo vicino l'uno all'altro. Potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per correggerla.

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Contrattura Capsulare

E' la contrattura della capsula periprotesica. Si verifica per una reazione eccessiva dell'organismo e della capsula attorno alla protesi che subisce un progressivo ispessimento e si contrae. Quando è grave, può subentrare un indurimento del seno accompagnato da dolore. Può causare deformazioni estetiche e può arrivare a far migrare la protesi verso l'alto e lateralmente. Grazie all'utilizzo di protesi texturizzate si è scesi ad una percentuale molto bassa di contratture capsulari.

Esistono vari gradi di contrattura capsulare che vanno da un grado I dove il seno è morbido e dall'aspetto naturale ad un grado IV dove il seno è duro e doloroso e dall'aspetto deforme. La correzione da contrattura capsulare grave comporta la sostituzione dell'impianto.

Rippling - Wrinkling

Si parla di Rippling quando si formano piccole ondulazioni visibili sui bordi della mammella con visibilità della protesi spesso legata a delle protesi di grandi dimensioni con dei tessuti di copertura troppo sottili. Essa si può verificare per alcune cause: protesi troppo grandi per il rivestimento cutaneo adipoghiandolare, gel in silicone troppo morbido e meno coesivo che subisce la forza di contrazione della capsula. In base ai casi si può optare per un lipofilling correttivo o utilizzare protesi più piccole rispetto alle prime.

Deformità dinamica

Quando gli impianti sono posizionati sotto il muscolo non dovrebbe idealmente esserci nessuna variazione visibili quando si contraggono i muscoli pettorali. Tuttavia in alcune pazienti ci può essere un certo grado di deformazione dinamica. Cambiando il posizionamento da sottomuscolare a sottoghiandolare si eliminerà questa deformità, ma purtroppo il posizionamento sottoghiandolare non è possibile per chi ha naturalmente pochi tessuti.

Sieroma

La formazione di sieroma consiste nell'accumulo attorno alla protesi di un liquido giallo e trasparente chiamato siero. Può essere necessario il drenaggio, o una terapia cortisonico/antibiotica se al sieroma si aggiunge infezione.

Deiscenza

E' una riapertura della ferita precedentemente suturata a seguito di un intervento chirurgico. Guarisce di solito spontaneamente con le medicazioni ambulatoriali; più raramente può richiedere una nuova sutura. E' più frequente nei pazienti diabetici e fumatori. Può comportare esposizione della protesi.

Necrosi cutanea e del complesso areola capezzolo

E' una circostanza molto rara e dovuta per lo più a problemi non segnalati al momento della visita o a pazienti fortemente fumatrici. La necrosi è una distruzione del tessuto operato dovuta in genere per l'assenza di circolazione sanguigna e pertanto di ossigeno.

Dimensione delle protesi - C.C. Centimetro cubo – grammi – millilitri

Un cc corrisponde ad un millilitro, che è la millesima parte di un litro.

1 c.c. = 1 mL

Non esiste invece una equivalenza diretta ed univoca tra protesi misurate in grammi e quelle misurate in centimetri cubici, principalmente perchè la densità del gel di silicone impiegato nelle protesi mammarie varia di molto e spesso anche lo stesso modello di protesi viene offerto con una scelta di diversi gel di silicone a diversa densità.

Si può generalizzare dicendo che un centimetro cubo di silicone pesi circa 1.06 grammi.

Un c.c. è la misura che determina la dimensione (o volume) della vostra protesi. Le dimensioni variano circa da 120 cc a 800 cc. Gli impianti più moderati sono associati ad un minor tasso di complicanze nel post operatorio a breve e lungo termine rispetto ad impianti di grande volume ( da 500 cc in su) che invece riscontrano maggiori complicanze.

Se la paziente presenta in fase pre operatoria un seno asimmetrico, il chirurgo può utilizzare protesi di diverso volume per armonizzare le proporzioni. Tuttavia seni con protesi di dimensioni significativamente diverse tenderanno ad invecchiare in modo molto diverso compromettendo il risultato estetico. Molti chirurghi preferiscono correggere i seni in modo che abbiano lo stesso volume di tessuto naturale così da poter, in un secondo momento, posizionare impianti di uguale volume bilateralmente garantendo risultati a lungo termine

♕Laura1203 è una delle nostre Beauty Advisor!

♕Laura1203 modera un post dedicato alle protesi, dove le pazienti si confrontano su misure e modelli impiantati, se vuoi contattarla su questo tema : Piccola guida alla scelta delle protesi

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