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Mastoplastica additiva armonica delle mammelle

Mastoplastica additiva armonica delle mammelle
Dott.ssa Francesca Mazzeo
Chirurgo Estetico e Segretaria Scientifica al Master in Medicina Estetica dell'Università di Parma. Autrice e relatrice di diversi lavori scientifici presentati nell'ambito di congressi e corsi.
Creazione: 14 mag 2013 · Aggiornamento: 28 set 2020

Vorrei iniziare parlando della mastoplastica additiva con protesi...

Partiamo proprio dall'impianto. Senza perdersi in particolari tecnici sulla storia delle protesi mammarie, si può affermare che nel corso degli anni ne sono state utilizzate di diverse materiali. Quelle attualmente più in uso sono le protesi di silicone con gel coeso e superficie testurizzata che sembrano statisticamente  dare il minor numero di complicanze. Per quello che riguarda invece la forma della protesi non esiste una forma migliore di un'altra. Le protesi possono essere rotonde ( le prime che sono state utilizzate) o anatomiche (quelle di ultima generazione) e con varie proiezioni (bassa- media o alta)e possono essere utilizzate indifferentemente a seconda del "difetto" da correggere.

Spesso per scegliere la protesi giusta è necessario utilizzare una protesi di prova in sala operatoria prima di scegliere quella definitiva o espandere la mammella per avere un'ulteriore conferma (in seguito alle misure già prese nel pre-operatorio)  della dimensione e della forma giusta.

Il tipo di incisione da effettuare per introdurre la protesi può essere nel solco mammario, intorno all’intera circonferenza dell’areola o alla metà della sua circonferenza ma anche transascellare o ombelicale(quest'ultima poco utilizzata in Italia).

L'alloggiamento dell'impianto può essere, sempre a seconda del difetto da correggere, dietro al muscolo Grande Pettorale o dietro alla ghiandola mammaria. In genere l’alloggiamento retromuscolare dà una maggior protezione all’impianto grazie al tessuto muscolare sovrastante e si utilizza in pazienti magre con mammelle molto piccole mentre quello retroghiandolare si preferisce in pazienti con una buona componente adiposo-ghiandolare e comunque anche questa non è una considerazione assoluta ed entrambi i metodi possono essere utilizzati a seconda delle preferenze dell’operatore così come altri tipi di alloggiamento (es dual plane, sottofasciale etc.)

Cosa utile sarebbe comunque far precedere a qualsiasi progettazione operatoria uno studio ecografico approfondito della regione mammaria e nelle pazienti non giovani anche una mammografia per valutare la presenza anche di possibili neoformazioni che possono essere asportate anche nel corso di intervento estetico a scopo preventivo o terapeutico.

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Le protesi più in uso sono le protesi di silicone con gel coeso e superficie testurizzata che sembrano statisticamente dare il minor numero di complicanze.

Veniamo infine alle complicanze. La prima, inevitabile direi, è quella di avere comunque un corpo estraneo che seppure non interferisca con le normali attività quotidiane (lavoro- viaggi –sport- attività sessuale) lo fa con i tessuti circostanti e la reazione infiammatoria dell’organismo normale causa la formazione di una capsula ossia di un involucro periprotesico che può essere fisiologico, e in questo caso non solo non da’ problemi, ma anzi risulta un'ulteriore protezione alla protesi. Talora pero’, con una percentuale di incidenza del 5-10 %, può divenire patologico rendendo la mammella dura, dolente e fissa.

Tale complicanza può manifestarsi precocemente o dopo alcuni anni dall'intervento rendendo necessaria l'asportazione della capsula stessa e dell'impianto  che solo successivamente potrà venire reintrodotto. Altre complicanze precoci sono sanguinamenti, sieromi, ematomi che vengono in genere risolti senza problemi mentre più rari e tardivi possono essere il dislocamento e la rottura protesica che richiedono altresì la rimozione temporanea dell’impianto.

Le cicatrici dovute all'incisione dell'accesso sono sempre presenti e variano ovviamente in base alle individuali caratteristiche di cicatrizzazione ( è risaputo che ognuno di noi cicatrizza più o meno bene) Infine qualche breve consiglio…è sempre meglio affidare sia il confezionamento sia il tailoring del nuovo décolleté a mani esperte chiedendo informazioni sul chirurgo in particolare a pazienti già operate, sul materiale utilizzato (mai risparmiare!), richiedendo  fotografie  di casi già trattati con i risultati ottenuti sempre avendo chiaro che un buon risultato su qualcuna può non esserlo su un altra così come un bel vestito non sta bene a tutti nello stesso modo e comunque  bisogna partecipare attivamente a tutte le tappe preoperatorie, facendo domande ed essendo chiare col chirurgo sulle proprie aspettative e sui propri desideri addormentandosi serene e affidandosi completamente con fiducia in chi opera. Ah dimenticavo l'anestesia consigliata è quella generale anche se qualche collega utilizza anche una sedazione profonda.

Il dolore post-operatorio in genere, con rare eccezioni, è ben tollerato grazie ai farmaci somministrati dal medico anestesista che valuta anche dal punto di vista generale la paziente nel pre-operatorio accertandosi prima di tutto che sia in buona salute.

Le normali attività quotidiane possono essere riprese dopo circa 15 giorni dall’intervento.

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