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Innovazione e dialogo nelle VI Giornate Siciliane di Medicina Estetica

Innovazione e dialogo nelle VI Giornate Siciliane di Medicina Estetica
Responsabile scientifico delle Giornate Siciliane di Medicina Estetica (GSME). È uno specialista in Medicina Estetica e Medicina dello Sport con quasi quarant'anni di esperienza.
Creazione: 18 lug 2018 · Aggiornamento: 14 feb 2022
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Il prossimo Novembre, nella città di Palermo, si terrà il congresso " VI Giornate Siciliane di Medicina Estetica" , che per quest'anno esplorerà i temi del benessere e dell'influenza della cultura sulla Medicina Estetica, oltre che presentare come in ogni edizione le ultime novità del settore e discutere sulle pratiche e tecniche in uso insieme ai relatori provenienti da tutto il terrirorio nazionale e dall'estero.

Il Dott. Giovanni Alberti, esperto e specialista in Medicina Estetica che da anni partecipa all'organizzazione e promozione dell'evento, ci racconta tutto su questo progetto, da come è nato fino a cosa possiamo aspettarci dall'edizione di quest'anno.

Come è nato il progetto di questo congresso e qual è il suo obiettivo?

Dopo il preludio (1992) delle "Giornate Palermitane di Medicina Estetica", in cui il professor C.A. Bartoletti mi coinvolse come allievo della sua Scuola per collaborare al progetto di alcuni colleghi, ovvero i dottori Di Carlo V., Mancuso S. e Reina G., nel 2006, il professore, dopo avermi nominato Coordinatore AIdME per la Sicilia, mi chiese di ripetere l'esperienza e nacquero così, in collaborazione con l'AIdME, le "Giornate Siciliane di Medicina Estetica", evento che divenne biennale sino al 2012. Nell'alternanza dell'incarico di coordinatore è saltato l'appuntamento del 2014 ma le "Giornate" sono tornate nel 2016 in collaborazione con il dr. Palmeri E. e la SIF, abbinate alle loro "Giornate Flebologiche"; in quest'occasione si è avuta la nomina della nuova coordinatrice, dott.ssa Caccamo C. ed adesso, insieme a lei, la tradizione continua con la Sesta edizione grazie al fattivo contributo dell'Ordine dei Medici di Palermo, che ci ospita nella sua sede istituzionale di Villa Magnisi, ed al supporto scientifico di molte società tra cui spicca logicamente la SIME. Infatti, l'obiettivo principale di questo convegno è portare l'aggiornamento continuo di questa nostra società nel territorio, sia ai colleghi sia al pubblico, anche per distinguerci da molte iniziative personali che vanno sorgendo come funghi in ogni angolo ma che hanno più che altro un aspetto commerciale.

Il titolo dell'edizione di quest'anno è "Cultura ed Estetica per un Benessere Globale", che significato ha per Lei?

Non possono esistere la vera bellezza ed il vero benessere se non ci si sforza di farli con la conoscenza della professionalità, da parte di noi medici estetici, e dei bisogni del sé da parte dell'utenza. Quindi cultura della materia ma anche della psiche e dell'ambiente. Perché altrimenti si può andar incontro a richieste e a risultati assurdi che niente hanno a che vedere con la Medicina Estetica ufficiale per come l'ha ideata il nostro fondatore, il compianto professor Carlo Alberto Bartoletti, e per come ci sforziamo di portarla avanti noi della SIME grazie alla continuità d'intenti di Emanuele Bartoletti che ha preso il posto del padre in questo percorso di insegnamento e confronto.

Ci racconti un po' che cosa si possono aspettare i medici che parteciperanno a questo evento.

Riprendendo ciò che ho accennato in risposta alle prime domande, credo che i colleghi, che spero parteciperanno numerosi da ogni branca e non solo medici estetici, debbano aspettarsi appunto cultura della materia quindi chiarezza, informazione, aggiornamento ma soprattutto supporto per eventuali dubbi nella professione sia dal punto di vista medico ma anche psicologico e legale ed è per questo che, oltre alla SIME, abbiamo richiesto la collaborazione del sindacato dei medici estetici TME.

Una delle finalità di questo congresso è quella di comparare le metodologie già in uso con le novità in campo diagnostico. Quali sono le più importanti novità che verranno discusse?

Il programma è ancora in via di definizione ma già posso anticipare che parleremo di ecografia non solo per il tessuto adiposo ma anche per eventuali danni da filler. A questa, a volte, può essere necessario associare metodiche più avanzate come la TAC e la RM ma essenziale è fare una buona diagnostica sia prima, attraverso per esempio il check-up della pelle, che in ambito di ulteriori approfondimenti ed ampliamenti abbinando delle immagini fotografiche particolari. Per ciò che riguarda invece le metodiche terapeutiche si parlerà per esempio di criolipolisi, di ultrasuoni focalizzati, di biodermogenesi ed altre che, seppure vantino una numerosa casistica ed ampia sperimentazione con pubblicazioni su importanti riviste nazionali ed internazionali, vanno incontro a costanti aggiornamenti per dare risultati sempre più certi, rapidi e sicuri.

In questo senso, secondo Lei che importanza ricoprono l'innovazione e la ricerca in un settore come quello della Medicina Estetica?

Sono essenziali per migliorare la diagnostica, le metodologie, i materiali e le apparecchiature che spesso nascono in altri ambiti specialistici e poi vengono fatti propri dalla medicina estetica grazie proprio alla ricerca. L'innovazione ci vuole ma deve sempre passare dalla più vecchia tradizione delle pratiche mediche ovvero la visita, da cui viene fuori la diagnosi e solo allora può nascere un'ipotesi terapeutica.

Se pensiamo ai trattamenti più in uso adesso sembrerebbe che i medici stiano quasi abbandonando il bisturi in favore di siringhe e manipoli, che portata ha secondo Lei questa piccola rivoluzione metodologica per la Medicina Estetica?

Questo è vero, ma dobbiamo fare una profonda distinzione tra la chirurgia e la medicina esteticain quanto, seppure il fine ultimo, ovvero il benessere psicofisico del paziente, sia lo stesso, sono differenti i sistemi perché classicamente la chirurgia è più invasiva, con tempi di recupero più lunghi, mentre la medicina estetica usa cure più soft, con un'invasività minima, che non necessitano normalmente di tempi di recupero se non minimi. Da ciò si deduce che chi non ha una specializzazione chirurgica è più portato alle cure mediche anche per venire incontro a quella parte di persone che non vogliono sottoporsiad interventi chirurgici radicali.

Qual è secondo Lei l'aspetto più affascinante della Medicina Estetica e che cosa l`ha spinta a dedicarsi a questo settore?

Nasco come specialista in Medicina dello Sport e già in questa branca la cultura della salute intesa come equilibrio psicofisico e non semplice assenza di malattia, secondo i dettami dell'OMS, era presente ma è diventata predominante in questa branca della medicina interna, che è la medicina estetica, per come l'ha voluta il suo fondatore, ed è stato proprio l'incontro con il professor C.A. Bartoletti e la sua grande umanità, che mi hanno letteralmente affascinato e rapito portandomi in un mondo dove la medicina è sussurrata e non urlata, l'effetto c'è ma non dev'essere tanto eclatante da sconvolgere, dove il medico deve dedicarsi a tutti non solo all'élite per cui, contrariamente a quanto purtroppo fanno tanti, chi fa questa medicina estetica lavora per il tornaconto dell'altro, dell'utente-paziente, non per il proprio.

Che cosa suggerisce normalmente alle pazienti e ai pazienti che si rivolgono a Lei per migliorare il proprio aspetto?

Il primo insegnamento che ho avuto dal mio maestro è stato "non promettere più di quello che si può mantenere", per cui suggerisco loro di non aspettarsi miracoli o stravolgimenti, devono sapersi guardare, accettare ed apprezzare per poter far sì che si intervenga solo quando strettamente necessario con prudenza e con un programma che deve durare nel tempo perché essenziale, per poter ottenere i migliori risultati, sono la pazienza e la costanza.

Per tornare al congresso e per concludere, che cosa si aspetta da questa edizione?

Mi attendo di soddisfare il bisogno di approfondimento dei colleghi grazie alla valenza dei relatori che ci onoreranno con la loro presenza venendo da tutta l'Italia ma anche dall'estero, ma anche il desiderio di conoscenza da parte dell'utenza in quanto è prevista una Tavola Rotonda aperta al pubblico in cui dibatteremo di Medicina Estetica e Cultura.

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