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Cos'è una contrattura capsulare?

Cos'è una contrattura capsulare?
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 14 giu 2018 · Aggiornamento: 16 lug 2019
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La mastoplastica additiva e il sollevamento del seno sono delle operazioni di chirurgia estetica molto richieste. Sono operazioni sicure che presentano pochi rischi o complicazioni, salvo quelle di un in qualsiasi intervento chirurgico. La contrattura capsulare è una di quelle.

Sia nella mastoplastica additiva che nel sollevamento del seno di solito si impiegano protesi che permettono di aumentare il volume del seno o di sollevarlo quando è cadente. Come abbiamo detto, queste operazioni sono interventi semplici che di solito non comportano rischi o complicazioni, fatta eccezione per la contrattura capsulare.

Cos'è una contrattura capsulare?

Per contrattura capsulare si intende l'incapsulamento delle protesi inserite nel seno, cioè, la formazione di una specie di capsula attorno all'impianto in cui spessore o consistenza differiscono sensibilmente dalla capsula che il nostro organismo crea in modo naturale, causando malformazione, fastidio e scomodità.

Si tratta di uno dei maggiori problemi a cui vanno incontro le donne che sono state operate al seno, dato che questa complicazione è molto frequente. Di solito, quando si colloca una protesi, questa non si "fonde" con il tessuto circostante, ma resta isolata dal resto. In modo completamente naturale, il nostro corpo crea una specie di sacca o capsula molto sottile, che in realtà è una cicatrice, per proteggerla. Quando questa cicatrice è spessa e dura si dice che il seno si è incapsulato.

La causa più probabile è relazionata a un'infezione batterica dell'impianto, una contaminazione di germi che il nostro corpo cerca di combattere. Ecco perché il tessuto della capsula diventa più spesso.

Altri professionisti indicano che potrebbe essere dovuto anche a qualche movimento dell'impianto, che provocherebbe strofinamento dei tessuti e formazione dell'incapsulamento per proteggerlo. Alcuni medici affermano che potrebbe essere anche una conseguenza dell'accumulo di sangue residuo, che favorisce la comparsa di questi batteri o di un'infiammazione anormale dopo l'operazione, che provocherebbe la formazione della capsula.

Si tratta di un problema che può prodursi subito dopo l'operazione o anche dopo quattro o cinque anni. Non è associato a nessun problema biologico da parte del paziente né al tipo di intervento che è stato realizzato per collocare l'impianto, ma sembra che riguardi il tipo di protesi. Di fatti, i chirurghi specializzati in chirurgia mammaria segnalano che è più probabile che compaia se si usano protesi lisce anziché rugose.

💭 Le protesi possono influire sulla probabilità di incapsulamento? Quali marche e tipologie scegliere? Questo articolo potrà esserti utile: Quale marca di protesi devo scegliere per la mia mastoplastica additiva?

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Tipi di incapsulamento

Per determinare il tipo di incapsulamento che si è prodotto e la sua gravità, gli esperti usano la scala di Baker, che è composta da quattro gradi in base ai fastidi sentiti dalla paziente, la durezza dell'incapsulamento e la malformazione che si può produrre al seno:

  • Grado I: il seno sembra naturale ed è morbido al tatto. Non ci sono fastidi o dolori.
  • Grado II: anche se dall'aspetto normale, al tatto il seno non è morbido, ma duro. Possono esserci leggeri fastidi.
  • Grado III: l'aspetto non è normale, ma si nota della malformazione. Il seno è indurito. Se si tocca, si può sentire la stessa protesi. Può esserci del dolore.
  • Grado IV: il seno è completamente duro e deformato. L'aspetto non è normale. Si avverte dolore.

Tenendo conto di quanto detto, è molto semplice sapere se si tratta di incapsulamento e quale sia la sua gravità. Basta osservare il seno di fronte allo specchio e prestare attenzione alla sua forma (se si notano deformazioni, se le areole sono alla stessa altezza, se si nota alcun solco...) al suo tatto (se il seno è duro, se toccando con mano si sentono le protesi o solchi mammari sulla superficie, ecc.) e i fastidi occasionali ( scomodità, seno indurito, dolore, etc).

In questi casi, è raccomandabile rivolgersi al chirurgo che ha realizzato l'operazione per farsi esaminare. Questo professionista realizzerà un'ecografia o una risonanza magnetica per valutare la situazione della protesi. In base all'aspetto del seno e dei sintomi manifestati, dirà come agire.

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Dott. Marco Pagnoni
Ascoli Piceno, Ascoli Piceno
Dott. Angelo Scioli
Senza opinioni
Pescara, Pescara

La contrattura capsulare ha una soluzione?

Sì, è un processo che ha una soluzione, ma questa dipenderà dal grado di incapsulamento che presenta il paziente. La soluzione per i casi più gravi è il cambio di protesi, sia parziale che totale (capsulectomia parziale o radicale), o l'estrazione definitiva della stessa e la sua sostituzione con grasso della stessa paziente.

Se l'incapsulamento non è grave, cioè se il grado di contrattura è di I o II livello, il chirurgo potrà raccomandare di prendere alcune medicine o di realizzare esercizi di fisioterapia per ridurre l'indurimento dell'impianto.

Quindi, è importante osservare il seno, anche se è passato del tempo, anche anni, dall'operazione. Al minimo problema, dobbiamo rivolgerci al chirurgo e raccontargli quanto accaduto. Meglio rivolgersi a chi ha realizzato l'operazione, dato che conoscerà la nostra storia clinica e saprà quindi dare la migliore soluzione al problema. Se invece il medico non è colui che ha realizzato l'intervento, si servirà degli esami fatti per determinare lo stato della contrattura per poi comunicare le opzioni più raccomandabili.

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