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Come scegliere le protesi per un intervento al seno

Come scegliere le protesi per un intervento al seno
Socio SIES e SIDEC, ha lavorato tra Italia e Sud America. È specializzato in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e ha svolto il Dottorato di Ricerca in Innovazioni Tecnologiche in Chirurgia Plastica.
Creazione: 16 gen 2024 · Aggiornamento: 16 gen 2024
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La scelta delle protesi mammarie da parte del chirurgo determina certamente la bontà del risultato finale e la soddisfazione della paziente.

È fondamentale partire dal concetto che è la protesi che deve “adattarsi” alla conformazione del seno, del torace e delle peculiarità fisiche di ciascuna paziente e non scegliere una protesi per determinate caratteristiche che possono renderla accattivante al desiderio della paziente.

L’obiettivo di un buon chirurgo plastico è quello di ottenere un risultato il più possibile naturale nella forma, nella simmetria, nella grandezza, per la sua mobilità e per accontentare le aspettative della paziente. Per ottenere questi risultati esistono dei parametri anatomici da rispettare ed entro i quali si può cercare di venire più o meno incontro ai desideri della paziente che vuole effettuare l’intervento di mastoplastica.

Alcuni dei parametri più utilizzati sono:

  • Le misurazioni delle distanze dalla fossetta giugulare al capezzolo.
  • Le misurazioni dal capezzolo al solco sottomammario.
  • La misurazione della base d’impianto della mammella.
  • Le caratteristiche della cute mammaria, del residuo ghiandolare e se presente o meno ptosi.

Già in base a queste misurazioni è possibile farsi una precisa idea di quale protesi è possibile scegliere.

Tuttavia negli ultimi tempi spesso affiorano a seguito della visita pre operatoria delle aspettative piuttosto estreme, soprattutto in termini di volume, con le pazienti che tentano sempre più di condizionare la scelta delle protesi che notoriamente spetta al chirurgo entrando a volte ahimè in contrasto con il professionista il quale, è bene ricordarlo, agisce esclusivamente nel solco di un ragionamento frutto di anni di esperienza al servizio della vostra soddisfazione.

Per tale motivo scegliere il dispositivo protesico “giusto per me” rimane tra le più grandi preoccupazioni dei pazienti che si rivolgono al chirurgo plastico.

C’è ampia scelta tra i dispositivi protesici ad oggi. I brand si sono moltiplicati e rinnovati nelle loro linee produttive ma il dispositivo protesico standard ad oggi ha un volume che varia, di solito, fra i 125cc e i 780cc. In alcuni casi, è possibile richiedere anche l’assemblaggio di dispositivi extra misura. La scelta della grandezza delle protesi pertanto per una paziente è molto difficile: in sede di visita viene espresso un desiderio non solo di taglia ma anche di simmetrizzazione, di sollevamento delle seno se ptosico, di avvicinare il più possibile le mammelle tra loro, soprattutto se la base d’impianto è distante, e come accennato precedentemente spesso si richiede molta abbondanza unita ad un aspetto “naturale”, il tutto al fine di ottenere un risultato quanto più vicino ai propri desideri.

Ad oggi, i seguenti tipi di protesi:

  • Pre riempite in gel di silicone più o meno coesivo o di una soluzione mista di gel di silicone polimerizzato e cristalli di borosilicato (Blite)
  • Tonde, anatomiche o cosiddette ergonomiche
  • Rivestite in silicone micro testurizzato in varie dimensioni, in poliuretano o lisce

Normalmente, è il chirurgo a scegliere quale utilizzare ed è fondamentale scegliere un chirurgo in base alle sue qualifiche, alla specializzazione e non di meno all’esperienza che ha. Però è ormai noto da qualche tempo che la tipologia con contenuto misto (Blite) ha caratteristiche intrinseche (maggiore leggerezza a parità di volume con le protesi classiche, sofficità, radio trasparenza ecc.) che la rendono più “performante” rispetto alle protesi classiche in silicone polimerizzato seppur quest’ultime rimangono tutt’oggi dei presidi sempre ottimi che è possibile comunque utilizzare in totale sicurezza.

La scelta della protesi, risultato prima e dopo chirurgia
Il bellissimo risultato di A.S.

Un caso clinico emblematico che riassume l’incontro ottimale tra i desideri della paziente e la scelta delle protesi adatte è quello di A. S., paziente che si presenta alla prima visita col desiderio di ristabilire forma e volume del seno a quello antecedente le sue due gravidanze, di cui l’ultima circa 18 mesi addietro dalla data della visita stessa.

Le misure della paziente sono le seguenti: Distanza del capezzolo dalla fossetta giugulare 23,5 cm nella mammella sinistra e 22,8 nella mammella destra; distanza del capezzolo dal solco sottomammario rispettivamente 9 cm a destra e 9,6 cm a sinistra; base delle mammelle 12,6 cm a destra e 12,9 cm a sinistra.

Evidenziata la ptosi mammaria di grado lieve di cui è conscia la paziente si discute sul fatto che il posizionamento di una protesi mammaria pre riempita con soluzione mista di gel di silicone e cristalli di borosilicato con caratteristiche di leggerezza e sofficità simile alla ghiandola mammaria costituirebbe una scelta ideale, al fine di raggiungere un riempimento della mammella che riporti alle caratteristiche pre gravidanze senza aggravare con un peso eccessivo la situazione già precaria della cute mammaria già stressata dalla montata lattea delle gravidanze, evitando tra l’altro la mobilizzazione del muscolo gran pettorale (tecnica dual Plane).

Inoltre, grazie alle caratteristiche dei suddetti dispositivi protesici (Blite) è possibile evitare cicatrici verticali per la correzione della ptosi mammaria limitando le stesse alla sola area periareolare (Tecnica round block).

In quanto i dispositivi protesici in questione hanno un costo più elevato rispetto ai normali dispositivi protesici in commercio e nonostante la loro scelta sia auspicabile nella fattispecie per la pianificazione del miglior intervento il sottoscritto evidenzia la possibilità di scelta dei dispositivi protesici classici pre riempiti in silicone.

Con quest’ultimi sarebbe possibile ugualmente eseguire l’intervento attraverso la tecnica Dual Plane insieme alla pessia Round block, tuttavia con tempi di recupero post operatori più lunghi, peso delle protesi a parità di volume più importante (30% in più) rispetto a Blite, possibile dis-comfort al tatto delle mammelle rispetto al dispositivo Blite, come riferito dalle pazienti stesse puntualmente interrogate a seguito di confronti con pazienti operate oltre 5 anni fa con l’altra tipologia di protesi.

La scelta di A.S. è ricaduta su Blite e la misura dedicata a lei è stata 410 cc il cui peso reale è di circa 280 gr. Risultato a distanza ottimale e felicità della paziente che tra l'altro ha avuto un decorso post operatorio esemplare, scevro di dolori e fastidi importanti con una ripresa dell’attività fisica già a 28 gg post intervento.

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