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Da sempre appassionata di creatività e contenuti digitali e con un master in Cinema e Comunicazione, da ben 5 anni scrivo contenuti digitali su benessere, salute ed estetica.
Sbiancamento dentale: come, quando, perché e quali rischi si corrono? Tutto quello che c'è da sapere su una delle tecniche cosmetiche più comuni e richieste in ambito odontoiatrico.
Lo sbiancamento dentale è una procedura che permette di rimuovere le pigmentazioni estrinseche del dente (macchie) dovute ad agenti esterni provenienti dalla dieta o da abitudini viziate come il fumo ed il caffe. Lo sbiancamento è tra le procedure dentali cosmetiche più popolari, perché può migliorare in maniera evidente il colore dei vostri denti e, di conseguenza, l'estetica del vostro sorriso. Dovrà essere ripetuto circa ogni 6-12 mesi se si vuole conservare un colore dei denti più brillante.
Il colore naturale del dente è dato dalla riflessione e diffusione della luce al di fuori smalto (strato esterno del dente) e dal colore della dentina sottostante. La genetica influenza lo spessore e la lucidità dello smalto, infatti un biotipo di smalto più sottile consente una maggiore trasparenza del colore della dentina sottostante che, essendo più giallastra, conferisce al dente un colore più scuro (non correggibile con le tecniche di sbiancamento). Uno smalto più ruvido favorisce l'accumulo di pigmenti estrinseci e di conseguenza la genesi di macchie sul dente.
Le cause più frequenti di pigmentazione dei denti sono:
È necessario effettuare una corretta valutazione odontoiatrica prima di poter effettuare lo sbiancamento dentale. Inizialmente vanno trattate tutte le lesioni presenti nei denti in quanto, il gel sbiancante, può infiltrarsi e generare danni permanenti al tessuto pulpare (il cuore del dente). Nel caso in cui le gengive si sono ritirate, le radici esposte dei denti possono apparire di colore giallo o più scuro rispetto allo smalto della corona. I prodotti sbiancanti non sono in grado di sbiancare queste tipologie di superfici e quindi sarà necessario praticare altre tecniche conservative. Inoltre, se sono presenti carie o recessioni gengivali, lo sbiancamento può rendere i denti particolarmente sensibili e doloranti.
La prima fase consiste nell'effettuare un'adeguata anamnesi per comprendere le cause della dislocazione dei denti. Successivamente saranno effettuate delle foto del sorriso in modo tale da monitorare l'andamento del trattamento e sarà effettuata una seduta di igiene orale per eliminare il biofilm di natura batterica ed altre sostanze che si accumulano sullo smalto, contribuendo alla discolorazione. Dopo un intervallo di circa 7-15 giorni dalla seduta di igiene orale, potrà essere effettuato il trattamento di sbiancamento dentale.
Differenziamo due principali procedure di sbiancamento dentale:
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Dopo aver posizionato la diga a protezione delle gengive viene ad essere applicato il gel sbiancante direttamente sulla superficie del dente. La procedura ha una durata di circa 60 minuti.
Questa procedura è riservata a denti che hanno subito una terapia canalare e si sono scuriti a causa della necrosi pulpare e della demineralizzazione del dente. La tecnica prevede l'inserimento di un gel all'interno di una cavità praticata nel dente che agirà per 2-3 giorni. L'applicazione verrà ripetuta in media altre 3-4 volte e si procederà all'otturazione definitiva solo quando si otterrà lo sbiancamento desiderato.
Lo sbiancamento dentale non è una soluzione permanente. Le macchie potranno ricomparire in maniera direttamente proporzionale al consumo di tabacco, alimenti o bevande colorate. È possibile effettuare delle sedute di lucidatura delle superfici smaltee circa ogni 2 mesi per rendere più duraturo il risultato ottenuto con le tecniche di sbiancamento.
Lo sbiancamento dentale è una tecnica sicura e consolidata che non genera alcun tipo di danno allo smalto o alla dentina ma, può generare una sensibilità dentinale post-operatoria che di solito si risolverà spontaneamente nel giro di circa 24 – 48 ore.
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