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Radiofrequenza: il trattamento meno doloroso. Pro e Contro

Radiofrequenza: il trattamento meno doloroso. Pro e Contro
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 9 ago 2013 · Aggiornamento: 9 ago 2013
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Secondo la Società Internazionale di Chirurgia Plastica (ISAPS) nei primi venticinque paesi più ricchi del mondo, la liposuzione è l’intervento che sta in testa rispetto all'ambito del dimagrimento, con un 18,8% di preferenze.

Anche il Botox riscuote parecchio successo, tanto da aver fatto schizzare al 35% il numero di interventi non chirurgici dell’ambito.  Infine grande successo sta riscuotendo la radiofrequenza, una tecnica adatta a risolvere i due maggiori problemi dell’invecchiamento: cellulite e rughe.

Ma perché la pelle fa le rughe?

Con il passare degli anni l’idratazione del nostro corpo diminuisce, le rughe non sono nient’altro che la conseguenza della maggiore secchezza della pelle. Anche lo stile di vita, l’esposizione eccessiva al freddo o ai raggi solari possono influenzare la maggiore o minore  formazione  delle rughe.

Invecchiare si ma con eleganza

Fra i trattamenti oggi disponibili nei centri estetici la radiofrequenza è sicuramente uno dei meno dolorosi e più utili a stendere e contornare la pelle ove invecchiata, inoltre può essere usato sia per il viso che per il corpo.

Come funziona? Il calore viene irradiato attraverso un generatore e penetra profondamente nei tessuti senza pericolo di danneggiare la pelle poiché la zona viene previamente raffreddata perché il calore irradiato penetri con velocità ed efficacia.

Dopo i primi dieci minuti di trattamento il collagene del paziente inizia a contrarsi creando un effetto lifting immediato. Dopo il trattamento, nei giorni successivi, e fino a sei mesi dopo stimola i fibroblasti e rigenera il collagene, il che modella elegantemente la zona trattata.

Il numero di applicazioni può variare a seconda della zona da trattare, infatti la radiofrequenza dipende principalmente dallo stato precedente nel paziente. Tuttavia, nel caso di trattamenti per il viso, si stima che la quantità raccomandata di sedute sia intorno alle 4/6, mentre per il corpo sarebbero necessarie almeno 10 sessioni per avere buoni risultati. Inoltra anche la durata della sessione varia a seconda della zona del corpo, anche se normalmente si aggira fra tra i 30 e i 45 minuti.

La terapia è preceduta da un rilevamento fotografico effettuato da un tecnico specializzato che evidenzierà le zone da trattare. Successivamente viene applicato un olio sulla pelle e si iniziano ad irradiare le onde elettromagnetiche. Una volta finita la sessione è fondamentale idratare la pelle a fondo ed evitare l'esposizione al sole nei due giorni dopo il trattamento.

La radiofrequenza disintossica e ossigena la muscolatura

La funzionalità ed efficienza offerte da questa tecnica sono di gran lunga superiori! La radiofrequenza non solo riduce la visibilità di rughe sul viso, ma usata anche su altre zone del corpo, come addome, gambe e glutei, elimina la cellulite e restituisce elasticità ai tessuti flaccidi. Ma non sono questi gli unici vantaggi. In primo luogo, la radiofrequenza facilita la creazione di collagene, migliora la circolazione e aiuta nel drenaggio linfatico del grasso accumulato. Una dei principali effetti positivi del trattamento è l’ossigenazione che ricevono le cellule della pelle, le quali vengono anche nutrite in profondità, tutte cose che facilitano notevolmente il funzionamento del sistema circolatorio e la progressiva eliminazione di cellulite e tessuti adiposi. In secondo luogo gli effetti si notano sin da subito soprattutto sulle rughe del viso, cosa che genera molta soddisfazione nei pazienti.

Ma la radiofrequenza non è adatta a tutti

Né le donne in gravidanza, né chi ha tatuaggi, pacemaker o malattie della pelle possono praticarla.  Inoltre le donne che allattano o chi ha problemi di coagulazione non può usufruire del trattamento. Ma se nel caso delle donne in gravidanza o che allattano il rischio è relativo, si evita perché ancora non si conoscono gli effetti sul feto o sul latte materno, nei pazienti che portano un pacemaker il rischio è molto alto, le onde della radiofrequenza potrebbero infatti compromettere il funzionamento del dispositivo.

Clinica Ruesch
Napoli, Napoli
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