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La gamma di protesi mammarie attualmente disponibili sul mercato è oggi più che mai ampissima e propone infinite combinazioni di misura, volume e proiezione che offrono la possibilità ad ogni paziente di raggiungere le forme desiderate. Tra le diverse opzioni disponibili troviamo un tipo di protesi speciali, caratterizzate dal rivestimento esterno in poliuretano.
Negli anni passati sono state avanzate critiche anche gravi nei confronti di questi impianti, accusati addirittura di giocare un ruolo nella formazione di tumori mammari. Questa possibilità è stata esclusa da studi successivi, che hanno evidenziato solo una condizione infiammatoria di maggior rilievo nel periodo successivo all'introduzione delle protesi in poliuretano rispetto a quelle in silicone.
Le protesi in poliuretano sono impianti in silicone ricoperti da schiuma di micro poliuretano. Questa schiuma con il passare del tempo si integra con il tessuto circostante (gli impianti in silicone non presentano l'aderenza che hanno le coperture con micro poliuretano, ma restano isolati dal resto dei tessuti da una capsula), evitando possibili contratture muscolari, uno dei maggiori problemi che possono sorgere dopo una mastoplastica additiva e che obbliga, nei casi più gravi, a una seconda operazione per sostituire le protesi incapsulate con un nuovo impianto.
Anche se in Italia questo tipo di protesi non vengono utilizzate molto, in alcuni Paesi - soprattutto in America Latina - vengono utilizzati da più di vent'anni con risultati molto soddisfacenti, sia per sicurezza che per durata. Ecco perché sono le protesi scelte per trattare problemi derivanti da aumenti o lifting del seno, così come per operazioni di ricostruzione o per interventi particolarmente complessi e delicati.
Le marche più diffuse per questo tipo di impianti sono due: la brasiliana Silimed, che ha cominciato a produrre protesi in silicone ricoperte di poliuretano dopo la parentesi di divieto della FDA, e la tedesca Polytech, disponibile nel mercato europeo da più di dieci anni e diventata un riferimento per la qualità.
Quali sono le differenze tra le tante protesi mammarie? Trova le risposte a questa e tante altre domande sulle tecniche di aumento del seno nella pagina dedicata alla mastoplastica additiva
Come abbiamo visto, la particolare consistenza del poliuretano ha il vantaggio di ridurre al minimo la possibilità di "contrattura capsulare", una reazione indesiderata dovuta all'eccessivo indurimento della capsula di tessuto che si forma spontaneamente attorno all'impianto dopo il suo inserimento. Questa "protezione" è dovuta al fatto che il poliuretano aderisce più delle normali protesi in silicone testurizzate.
Va precisato che quando la mastoplastica è effettuata con la tecnica di introduzione sottomuscolare, riservata soprattutto alle pazienti molto magre, cambiano le esigenze e in un certo senso si perdono i vantaggi rispetto alle protesi in silicone: con l'inserimento sottomuscolare si corre addirittura il rischio di un'aderenza eccessiva degli impianti al muscolo, che potrebbe avere conseguenze spiacevoli.
Pur avendo una durata limitata (che nel caso di inserimento sotto-ghiandolare è di circa 10 anni), la protezione offerta dal poliuretano rende queste protesi particolarmente adatte nei casi di interventi secondari, spesso dovuti proprio ad episodi di contrattura capsulare severa e proprio da qui deriva l’importanza degli impianti in poliuretano nella mastoplastica secondaria.
Se si confrontano le protesi in poliuretano con le protesi in silicone, gli impianti ricoperti di spuma di micro poliuretano presentano i seguenti vantaggi:
Ma anche gli impianti in poliuretano hanno degli svantaggi e tra questi, vogliamo segnalare i seguenti:
Per riassumere, concludiamo con una panoramica delle caratteristiche principali delle protesi con rivestimento poliuretanico:
È indispensabile che sia un chirurgo competente a decidere se c'è un'indicazione specifica all'uso delle protesi in poliuretano, inoltre per poterne apprezzare prerogative e vantaggi in un intervento secondario, è indispensabile che avvenga la rimozione dell'intera capsula formata attorno all'impianto precedente.
È un dato di fatto, infine, che la protezione dalla contrattura si attenui negli anni, poiché il poliuretano tende ad essere riassorbito e disperdersi nell'organismo.
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