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Ossigenazione iperbarica nella chirurgia estetica

Ossigenazione iperbarica nella chirurgia estetica
Dopo gli studi in Giornalismo Digitale mi sono specializzata nella redazione di articoli su salute e medicina, dal 2014 scrivo su moda, bellezza e chirurgia plastica.
Creazione: 27 apr 2018 · Aggiornamento: 16 lug 2019
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L'ossigenazione iperbarica oggi è sempre più applicata nella fase del post operatorio in caso di problemi, dato che contribuisce a velocizzare il recupero, migliorare la stabilità del paziente e ridurre la possibilità di rischi e complicazioni derivanti dalla chirurgia.

Il trattamento non è nuovo. Di fatti, la medicina iperbarica si conosce dal XVII secolo e, la terapia basata sull'ossigenazione iperbarica, si è impiegata a partire dei primi decenni del secolo XX per facilitare la decompressione dei sommozzatori durante le immersioni. Dobbiamo aspettare fino al 1960 quando, nel primo Congresso di Ossigenoterapia Iperbarica, si parlò dell'uso di questa terapia in altro ambito, diverso dall'immersione subacquea; concretamente, si parlò dei suoi benefici per curare e alleviare alcune malattie provocate da diversi microorganismi anaerobici, come il Peptostreptococcus spp (batterio che provoca infezioni e necrosi del tessuto, ascessi in diversi organi e infezioni dei tessuti), Propionibacterium spp (bacillo relazionato con la comparsa dell'acne), Eubacterium lentum (che provoca infezioni nel tratto gastrointestinale), ecc. La maggior parte di questi batteri vive in maniera normale nelle mucose della bocca, naso, tratto gastrointestinale, urinario o genitale. Quando si produce un trauma o una ferita, chirurgica o no, questi germi colpiscono il nostro organismo causando infezioni, alcune delle quali possono essere gravi e possono provocare anche morte.

Attualmente, la terapia di ossigenazione iperbarica si applica per altri trattamenti. Ecco perché esistono diverse società che si dedicano alla medicina iperbarica, tra cui quella del nostro paese, la Società Italiana di Medicina Iperbarica.

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In cosa consiste l'ossigenazione iperbarica?

Abbiamo visto perché si usa in medicina (ridurre infezioni provocate da germi presenti nelle mucose del nostro corpo che, a causa di un intervento o un trauma, infettano alcuni tessuti), ma in cosa consiste realmente questa terapia?

Il trattamento di ossigenazione iperbarica consiste nell'incrementare la pressione del nostro corpo con ossigeno mediate una camera iperbarica, per un tempo che oscilla tra i 60 e i 90 minuti. Per questo motivo, si deve respirare ossigeno a una pressione superiore alla pressione atmosferica, cioè, superiore a 2 ATA.

i benefici dell'ossigenazione iperbarica nell'ambito della medicina, specificamente, medicina estetica, sono molti:

  • Ossigena le cellule del corpo. Aumentando la pressione, la circolazione del sangue migliora e quindi anche la sua ossigenazione.
  • Evita ipossiema e ipossia, stati associati all'abbassamento dell'ossigeno nel sangue. L'ipossia si riferisce al basso livello di ossigeno nei tessuti e ai problemi che comporta quest'abbassamento di ossigeno nelle cellule. Invece, l'ipossiemia è diminuzione di ossigeno che trasporta il sangue che circola per le arterie. Quindi, aumentando la pressione di ossigeno, si riducono le possibilità che si producano queste due sindromi.
  • Aiuta a ridurre l'infiammazione e gonfiore dell'intervento chirurgico, così come la comparsa di ematomi, altro effetto secondario di molti processi chirurgici.
  • Favorisce la pronta guarigione del paziente dopo l'operazione, fino al punto di ridurre il tempo del recupero.
  • Riduce le possibilità di soffrire altre complicazioni associate a interventi medici, così come i rischi inerenti, soprattutto il rischio di infezione, emorragia e necrosi dei tessuti.
  • Aiuta una corretta e pronta cicatrizzazione, a causa dell'aumento della produzione di collagene.
  • Riduce in modo significativo il rischio di rigetto nei casi di trapianti, innesti, ecc. Soprattutto quando si tratta di trasferire grasso non appartenente allo stesso paziente.
  • Previene l'anemia. Migliorando la circolazione sanguigna e l'ossigenazione dei tessuti, si combatte la diminuzione dei globuli rossi nel sangue.

L'ossigenazione iperbarica nell'ambito della chirurgica estetica

Tenendo conto dei benefici che apporta il trattamento di ossigenazione iperbarica alcuni chirurghi e medici lo raccomandano in determinati casi durante la fase di post operatorio e il periodo successivo di convalescenza per ridurne il tempo, i rischi e gli effetti secondari.

Come qualsiasi intervento chirurgico, la chirurgica estetica, ricostruttiva e plastica cerca di risolvere un problema medico, anche se in questo caso, riguarda l'aspetto. Anche La chirurgia plastica utilizza questa terapia con l'obiettivo di migliorare il recupero dei pazienti dopo l'operazione, evitare infezioni e favorire la cicatrizzazione dei tessuti su cui si è intervenuti. Ma si impiega anche nei casi in cui sono stati praticati innesti, in quanto aiuta a ridurre il temuto rigetto.

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Non si tratta, quindi, di un trattamento che i chirurghi raccomandano dopo un'operazione di chirurgia estetica, ma viene applicato in base alla valutazione del paziente, della sua storia clinica, del suo recupero dopo l'intervento, ecc. Il medico dopo aver esaminato il caso potrà raccomandare o meno questo trattamento per risolvere o ridurre possibili problemi associati all'intervento. In questo modo se la persona che si sottopone all'intervento è completamente sana e durante l'operazione e il post operatorio tutto procede con normalità, non sarà necessario usare questa tecnica per alzare la pressione e ossigenare le cellule e i tessuti.

L'applicazione dell'ossigenazione iperbarica nella chirurgia estetica si concentra sui seguenti aspetti:

  • Bruciature realizzate sulle mani, piedi, zone genitali, seno o viso,
  • Scissioni mal cicatrizzate o che non si chiudono correttamente.
  • Edema che si prolunga nel tempo e complica il processo di recupero e i risultati.
  • Necrosi dei tessuti prodotte dalla cattiva applicazione dei riempimenti iniettabili durante gli interventi.
  • Infezioni in operazioni come addominoplastica, liposuzione o mastoplastica.
  • Innesti con rischio di rigetto o che potrebbero presentare problemi.
  • Altri problemi del paziente che potrebbero provocare rischi alla circolazione.

Quindi, sarà il chirurgo a determinare la necessità di realizzare questa terapia e stabilire il numero di sedute e la durata delle stesse a seconda di ogni paziente.

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