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Liscia o gassata? Entrambe, con la Carbossiterapia!

Liscia o gassata? Entrambe,  con la Carbossiterapia!
Dott. Antonio Perrotta
Chirurgo specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, si occupa anche di chirurgia post-bariatrica e di chirurgia oncologica della testa e del collo.
Creazione: 7 nov 2017 · Aggiornamento: 7 nov 2017

Nei primi anni Trenta del secolo scorso, tra i frequentatori della stazione termale di Royat-Chamalières presso Clermont-Ferrand (Francia), cominciò a diffondersi la voce che, dopo le abluzioni in certe sorgenti dell'impianto, molti problemi che affliggono la pelle (rugosità, edemi, varici, irregolarità cutanee, ferite lente a cicatrizzarsi, ecc.) si risolvevano nel volgere di tempi brevissimi, come per incanto. Un'indagine chimica appurò che, rispetto alle altre fonti adiacenti, quelle acque avevano solo un contenuto di CO2 particolarmente elevato: non senza sorpresa, si dovette ammettere che un gas fino ad allora considerato "di scarto" aveva in realtà proprietà terapeutiche insospettate.

Nasceva così la carbossiterapia (termine derivato da diossido di carbonio, il nome chimicamente corretto dell'anidride carbonica), una procedura non chirurgica oggi largamente utilizzata in medicina estetica, in cui viene somministrata anidride carbonica allo stato gassoso da un macchinario specifico (certificato secondo la legge europea CE 93/42 in classe II B) per via sottocutanea o per via intradermica, attraverso aghi minuscoli (30 G).

Il macchinario consiste essenzialmente in un serbatoio di CO2 da cui parte un tubo di plastica con funzione di flusso-regolazione, la cui mandata è regolabile dall'operatore. Il gas che esce dal tubo flusso-regolatore si immette in un altro tubo, sterile e munito di filtro per rimuovere le più piccole tracce di impurità: completamente purificata, la CO2 arriva al micro-ago pronta per essere iniettata sotto cute.

Tante applicazioni in campo estetico

La carbossiterapia agisce direttamente sulla struttura del derma, promuovendo una benefica vasodilatazione (il sangue nei capillari scorre nuovamente e più velocemente) e ripristinando così un corretto flusso di sangue nelle aree asfittiche: in tal modo, aiuta l'attività dei fibroblasti, le cellule tipiche del tessuto connettivo del derma, ottimizzandone i processi di elaborazione delle fibre elastiche e del collagene, fondamentali per la guarigione delle ferite e per prevenire l'invecchiamento della pelle.

L'anidride carbonica può gonfiare temporaneamente l'area trattata, generando un enfisema superficiale che viene riassorbito in poco tempo. Altri effetti collaterali (lieve dolore locale, ecchimosi, leggero crepitio sottocutaneo), peraltro minimi, si risolvono spontaneamente e velocemente. Durante la

terapia è possibile l'insorgenza passeggera di bruciore o fastidio nel punto di iniezione; alla fine di ciascuna seduta (della durata di 15 minuti circa) si può percepire un senso di appesantimento agli arti inferiori, che si risolve in pochi minuti. In media occorrono 6-10 sedute, un ciclo ripetuto eventualmente 2-3 volte all'anno.

In medicina estetica, la carbossiterapia è utilizzata soprattutto in funzione anti-aging, per la sua immediatezza ed efficacia nel ringiovanire e rendere più liscia la pelle del volto e del décolleté, migliorando l'idratazione e il tono della cute.

È inoltre particolarmente efficace contro la cellulite: incrementando il microcircolo con l'aumento del flusso ematico, e agendo sugli adipociti (le cellule adipose che immagazzinano il grasso corporeo) con effetto lipoclasico (rottura delle membrane cellulari e conseguente riduzione del volume), favorisce il miglioramento della microangiopatia da stasi e degli accumuli adipocitari responsabili degli inestetismi della cute, accelerando lo smaltimento delle scorie e contribuendo a risolvere edemi e irregolarità cutanee come l'odiatissima pelle a "buccia d'arancia". Già dalle prime sedute si noterà una maggiore elasticità cutanea, con miglioramento della consistenza e riduzione dello spessore del tessuto cellulitico.

Grazie all'effetto lipoclasico di cui si è detto, la carbossiterapia è oggi impiegata con successo in chirurgia plastica e medicina estetica come metodica di complemento alla lipoaspirazione e come pre-trattamento nell'intervento di liposcultura: si ottengono infatti un miglioramento del risultato finale e una significativa diminuzione dei tempi di recupero post-intervento.

Sugli accumuli di adipe, la carbossiterapia agisce attivando gli enzimi capaci di sciogliere e riassorbire i grassi. Il miglioramento dell'ossigenazione dei tessuti, ottenuto grazie all'aumento della velocità del flusso della circolazione sanguigna, agevola lo smaltimento di scorie e gonfiori, con un effetto drenante, migliorando a vista d'occhio l'aspetto della pelle.

Un colpo di gas a borse e occhiaie

Un'altra interessante applicazione della CO2 riguarda le borse sotto gli occhi e le occhiaie. La pelle intorno agli occhi ha uno spessore molto sottile (appena mezzo millimetro) rispetto ad altre zone del corpo, per cui la trama capillare e la melanina sottostanti causano l'antiestetico colore scuro delle palpebre inferiori. Per giunta, essa è sottoposta a continue sollecitazioni quotidiane da parte dei muscoli mimici; basti pensare alle migliaia di battiti ciliari durante il giorno, ma anche nel sorriso sono coinvolti molti muscoli che si ripercuotono sulla zona circostante l'occhio. Proprio i muscoli mimici, iperattivi, sono tra le principali cause della formazione di piccole rughe perioculari. Inoltre, i compartimenti adiposi a livello della palpebra inferiore sono sorretti da un legamento contenitivo orizzontale che con il tempo si allenta, rendendoli visibili sotto forma di "borse". Il miglioramento della circolazione e l'aumento del drenaggio post-trattamento ottenuti con la carbossiterapia attenuano il colorito scuro responsabile delle occhiaie, mentre l'effetto tensore del gas diminuisce la ptosi, riducendo sensibilmente le famigerate borse adipose della palpebra inferiore.

La somministrazione viene fatta iniettando il gas tramite micro-aghi, il dosaggio può variare a secondo della gravità e dell'estensione dell'inestetismo.

La carbossiterapia agisce anche attraverso un meccanismo indiretto, grazie ad un incremento dei processi ossidativi dovuto all'aumentata biodisponibilità dell'ossigeno.

La carbossiterapia è un intervento ottimale per il rimodellamento delle braccia.

Ad oggi la carbossiterapia è il miglior trattamento per le adiposità localizzate.

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