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Consigli e riflessioni sulla rinoplastica: la parola all'esperto

Consigli e riflessioni sulla rinoplastica: la parola all'esperto
Chirurgo plastico ed estetico, ha prestato servizio professionale fino al 2001 presso l'Ospedale Niguarda di Milano. Fa parte equipe medica che ha sperimentato la prima pelle artificiale in Italia.
Creazione: 31 lug 2019 · Aggiornamento: 31 lug 2019
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I dubbi che circondano la rinoplastica sono tantissimi: è un intervento pericoloso? come saranno i risultati? si devono usare o no i tamponi? Ogni paziente si pone queste domande e in questa intervista il Dott. Gianluca Campiglio, grazie ai suoi 30 anni di esperienza come chirurgo plastico, ci aiuta a fare un po' di chiarezza su questo intervento.

La rinoplastica è spesso considerata dagli specialisti come uno degli interventi principe della Chirurgia Estetica. A cosa è dovuta questa sua posizione privilegiata?

La rinoplastica modifica in modo definitivo la forma e le dimensioni del naso che, per la sua particolare posizione al centro del volto, influenza più di qualsiasi altra struttura anatomica l’aspetto estetico di una persona. 

Dott. Campiglio, Lei è un chirurgo con moltissimi anni di esperienza. Quanti interventi di rinoplastica ha realizzato durante la sua carriera? 

Il numero preciso di rinoplastiche effettuate è un dato difficile da fornire ma consideri che la mia carriera di Chirurgo Plastico è iniziata subito dopo la laurea nel lontano 1989 quando fui ammesso a frequentare la prestigiosa scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica dell’Ospedale Niguarda diretta dal Prof. Donati, uno dei pionieri in Italia in questo delicato settore della medicina. Quest’anno in pratica festeggio i 30 anni di carriera e molto di questo tempo è stato dedicato alla cura dei problemi estetici e funzionali del naso.

Dott. Campiglio

Secondo la sua esperienza, quali sono i pazienti che possono trarre i maggiori benefici dalla rinoplastica? 

Tutti i pazienti, maschi o femmine, giovani e meno giovani, possono essere sottoposti con successo ad un intervento chirurgico di rimodellamento del loro naso. Generalmente si tratta di una richiesta puramente estetica a fronte di un disagio psicologico legato alla forma e/o alle dimensioni del proprio naso. In molti pazienti la rinoplastica è associata ad una correzione dei disturbi respiratori dovuti ad una deviazione del setto nasale e/o ad una ipertrofia dei turbinati. In questi casi si parla più propriamente di rino-settoplastica e/o turbinoplastica.

Ormai è risaputo anche dai pazienti che esistono due tecniche di rinoplastica: la tecnica open e la tecnica closed. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna e da cosa dipende la scelta di una o l’altra? 

Personalmente non ho preferenze e negli anni mi sono perfezionato nell’uso tanto della tecnica chiusa quanto di quella aperta. Anche la mia attività di docente è divisa a metà tra i due tipi di operazione ed ad esempio da molti anni organizzo a Milano un corso di insegnamento sulla rinoplastica aperta ad Aprile ed uno sulla rinoplastica chiusa a Novembre. Quando visito il paziente sono in grado di proporre la soluzione migliore e più adatta alle caratteristiche del suo naso. In linea di massima la maggior parte dei miei casi è trattata con la tecnica chiusa i cui vantaggi stanno nella localizzazione di tutte le cicatrici all’interno del naso e nella maggior rapidità dei tempi di recupero dopo l’operazione. In alcuni pazienti, tuttavia, questa soluzione non è applicabile e per avere il massimo risultato si deve ricorrere ad una rinoplastica aperta come avviene ad esempio in alcuni tipi di punta nasale o nei nasi secondari. 

Qual è la sua opinione rispetto alla nuove tecnologie? 

Le nuove tecnologie sono senza dubbio in grado di apportare benefici a qualsiasi tipo di chirurgia compresa la rinoplastica. Da anni ad esempio utilizzo per il trattamento dei turbinati ipertrofici una sonda speciale a radiofrequenza con grande soddisfazione in termini di qualità dei risultati e di tempo di recupero. 

Molti pazienti esprimono spesso dubbi rispetto ai tamponi, dal momento che possono provocare problemi di respirazione e fastidi durante il postoperatorio. In quali casi sono necessari o no e come si possono ridurre i disagi dovuti ai tamponi? 

Se possibile in alcuni casi non utilizzo affatto dei tamponi nasali proprio per evitare disagi di questo genere. Se invece è proprio necessario un tamponamento preferisco ricorrere a tamponi speciali che hanno un piccolo tubicino al loro interno che consente al paziente di respirare senza problemi. La credenza che la rimozione dei tamponi sia dolorosa è falsa e forse legata ad altri tempi: quando un tampone di questo nuovo tipo è inserito bene e senza fatica alla fine dell’intervento viene rimosso altrettanto facilmente dopo l’operazione, soprattutto se prima è stato imbevuto di crema antibiotica.

risultati reali rinoplastica

Risultato post operatorio di una paziente operata dal Dott. Campiglio

La rinoplastica non è assolutamente un intervento semplice, e questo lo sanno anche i pazienti, che infatti molto spesso sono spaventati dai possibili rischi. Ma cosa può fare il chirurgo per tranquillizzare un paziente? 

Come per qualsiasi altro intervento di chirurgia plastica è fondamentale la scelta del chirurgo e della struttura in cui viene effettuata l’operazione. L’ideale è rivolgersi sempre a medici che siano specialisti in Chirurgia Plastica (deve essere chiaramente scritto a fianco del loro nome “specialista in Chirurgia Plastica”) e che operano in un ospedale privato. La rinoplastica infatti può diventare molto pericolosa se affrontata in un ambulatorio o in un semplice studio medico. Il rischio principale di una rinoplastica è che nei mesi successivi all’operazione i normali processi di guarigione dei tessuti portino alla formazione di piccole irregolarità sottocutanee che noi chirurghi chiamiamo “calli ossei o fibrosi cicatriziali”. Molte volte si tratta di situazioni temporanee che possono essere gestite con successo mediante specifici massaggi o microiniezioni di farmaci anti-infiammatori. In una percentuale minore invece la reazione dei tessuti si stabilizza e può essere corretta soltanto con un piccolo intervento chirurgico in anestesia locale. Se è necessario ricorrere a innesti (cioè piccoli pezzettini di cartilagine prelevati da altre zone del corpo del paziente) come avviene ad esempio nei casi secondari o in quelli post-traumatici, questi frammenti possono spostarsi nelle settimane successive all’operazione e richiedere una piccola correzione chirurgica anch’essa in anestesia locale. Infezioni e emorragie invece sono molto rare nella rinoplastica per la caratteristiche particolari del naso. Se si ricorre ad una rinoplastica aperta si deve sempre prendere in considerazione la possibilità di poter avere una cicatrice visibile che richiede una correzione chirurgica a distanza di 6-9 mesi.   

Parliamo ora di risultati. Molto spesso la rinoplastica permette al paziente di cambiare completamente l’aspetto del proprio viso, trovando un miglioramento estetico e psicologico davvero significativo. Come si può ottenere un risultato eccellente? 

Innanzi tutto bisogna dire che, pur essendo la rinoplastica una sequenza di atti chirurgici più o meno uguali, la modalità della loro esecuzione, direi la loro interpretazione, varia moltissimo da chirurgo a chirurgo. Per quanto mi riguarda l'obiettivo è intervenire sul dorso e sulla punta del naso delicatamente ed in modo naturale con lo scopo sia di abbellire il loro aspetto individuale che di migliorare il rapporto estetico tra di loro. In altre parole esiste la bella punta ed il bel dorso nasale ma molto importante è anche il rapporto magico che queste due strutture hanno tra di loro e che è unico in ogni paziente. Ai miei pazienti dico sempre che il loro aspetto cambierà in meglio dopo l’operazione e che quindi chi li conosce noterà certamente la differenza ma al tempo stesso il risultato deve essere talmente naturale che chi invece non li conosceva prima dell’operazione non sia portato a pensare ad un risultato ottenuto con l’aiuto della chirurgia. 

prima e dopo rinoplastica

Immagine Prima e Dopo la rinoplastica di un paziente trattato dal Dott. Campiglio

Talvolta riceviamo le domande di pazienti preoccupati perché hanno la sensazione che il gonfiore postoperatorio non passi mai e che l’intervento non sia andato a buon fine. Quali sono i segnali ai quali prestare maggiore attenzione e quanto tempo bisogna aspettare prima di giudicare il risultato? 

Non appena rimosso il gessetto 5-7 giorni dopo l’operazione il naso assume già un aspetto gradevole ed esteticamente migliore di quello di partenza. Tuttavia in tutti i pazienti, ma soprattutto in quelli con la pelle grassa, è sempre presente un leggero gonfiore in particolare al mattino quando ci si alza. Questo gonfiore non deforma mai il naso ma è responsabile di piccole differenze tra i due lati della punta oppure di una punta nasale leggermente più grossa di quanto in realtà ottenuto al termine dell’operazione chirurgica. Leggeri massaggi linfodrenanti, una o più volte al giorno, sono in genere sufficienti a risolvere questo gonfiore nel giro di 6 mesi. Durante questo periodo il paziente può condurre una vita assolutamente normale e godere già da subito degli effetti positivi ottenuti con la rinoplastica.

Prima di concludere questa intervista, ci può dire quali sono i principali consigli che offre ai suoi pazienti per affrontare il postoperatorio e facilitare sia la guarigione che il raggiungimento di un buon risultato? 

Il primo consiglio è quello di affidarsi sempre a medici qualificati, specialisti in Chirurgia Plastica, con una grande esperienza in Chirurgia Estetica. Per il post-operatorio bisogna avere sempre fiducia nel proprio medico e ricordarsi che un conto è guarire dagli esiti immediati dell’operazione (come ad esempio il blu e gonfiore sotto gli occhi che nel giro di 3-4 giorni sono in genere scomparsi) ed un altro è arrivare alla fine del lungo percorso di stabilizzazione del risultato che come abbiamo detto prima può richiedere anche 6 mesi, soprattutto nei casi di pelle grassa. Importante è anche seguire tutte le indicazioni del proprio chirurgo, effettuando con regolarità i massaggi linfodrenanti o assumendo nelle dosi e nei tempi giusti i farmaci prescritti. 

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