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Cellulite, che tormento…

Cellulite, che tormento…
Medico esperto in Medicina Estetica, Medicina Anti Aging e Medicina dello Sport. Si occupa di trattamenti come Mesoterapia, Radiofrequenza, FIller, Biorivitalizzazione e molto altro.
Creazione: 16 feb 2015 · Aggiornamento: 12 ago 2019

Succede che una mattina ti svegli, passi distrattamente davanti allo specchio e… quell'immagine riflessa non puoi essere tu! La luce che filtra dalla finestra svela impietosamente delle piccole ombre sulle tue gambe, avvallamenti che i tuoi occhi non avevano mai visto sulla pelle impeccabilmente liscia. Ti avvicini precipitosamente allo specchio, strizzando nervosamente la coscia e…"non è possibile! Quella è cellulite!… A me?!". Il morbo del secolo ti ha colpito. E da quel momento la tua vita cambia.

Il resto di una giornata nella quale sei intrattabile ed inavvicinabile da fidanzato e genitori, è speso tra telefonate alle amiche per farsi consigliare il miglior centro massaggi della regione, la più miracolosa ed efficace crema che sia mai stata inventata ("non bado a spese"), ed all'inevitabile corsa in profumeria o farmacia finalizzata al disperato acquisto del prodotto più simile possibile all'acqua di Lourdes… Anche nei giorni successivi è tutto un iperattivismo, anche "intellettuale", con pile di settimanali femminili divorati avidamente alla ricerca dei più moderni consigli per debellare la grave ed inaccettabile malattia che ti ha colpito.

Ma, insomma, la verità è che, tranne poche elette selezionate dalla genetica, prima o poi per tutte arriva il momento della cellulite. Le statistiche parlano di un 98% delle donne colpite tra i 16 ed i 54 anni. Cosa fare allora per combatterla? Il primo concetto da tenere a mente è che l'età di inizio della battaglia è inversamente proporzionale alla possibilità di successo. Insomma, se si comincia ad occuparsi delle proprie gambe solo nella fase che si avvicina ai 40, ci sono molte meno probabilità di avere risultati evidenti.

Ed allora, per evitare di spendere un patrimonio in creme miracolose a base di lamina d'oro, cabine spaziali che irradiano raggi rossi degni di Guerre Stellari,e massaggi miracolosi, vediamo di capire più da vicino il nemico che ci troviamo a dover combattere

Le cause

È causata da ristagno di liquidi nei tessuti, dovuto ad un'alterazione della circolazione sanguigna e linfatica. Quando sangue e linfa ( che scorrono attraverso una propria rete di vasi ), subiscono un rallentamento, i vasi sanguigni diventano troppo permeabili, facendo fuoriuscire i liquidi nei tessuti (fase dell'edema), mentre la circolazione non ha più la spinta necessaria per rimuovere le scorie dei tessuti stessi. Queste, accumulandosi, vanno a formare nell'ipoderma (lo strato di pelle più profondo) veri e propri depositi che causano la formazione di tralci fibrosi che si incuneano tra le cellule adipose, arrivando fino in superficie, alterando la struttura del sottocutaneo e dando vita al tipico aspetto a buccia d'arancia (fase fibrosa). Non è quindi solo un problema estetico, bensì una vera e propria malattia del tessuto connettivo.

La cellulite ha negli estrogeni uno dei maggiori motivi scatenanti (ecco perché compare nelle donne e non negli uomini). Aumenta in gravidanza, è più diffusa in chi prende la pillola, e si acuisce in menopausa. Gli estrogeni favoriscono una maggiore ritenzione di liquidi e un naturale accumulo di grasso in alcune zone del corpo come le cosce, i fianchi e i glutei. Inoltre esiste una predisposizione familiare legata a fattori genetici, a una maggiore sensibilità ormonale e, ovviamente, a una certa fragilità dei capillari.

Fra i diversi fattori che contribuiscono alla formazione della cellulite ci sono l'alimentazione errata (eccesso di grassi e di zuccheri), l'abuso di alcol o di sigarette, il cattivo funzionamento del fegato, i disturbi circolatori come le varici degli arti inferiori, lo stress, una vita troppo sedentaria, il sovrappeso e la stitichezza. Anche indossare indumenti troppo attillati che ostacolano la circolazione (per non parlare dei famigerati "gambaletti"), e calzature con tacchi troppo alti, o assumere posture scorrette, sembra avere degli effetti negativi sulla circolazione delle gambe e, di conseguenza, predisporre allo sviluppo della cellulite. Sotto accusa anche lo stress emotivo: fa aumentare le catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che ad alte concentrazioni stimolano la lipogenesi, cioè l'aumento del tessuto adiposo.

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Gli stadi e i tipi

Lo sviluppo della cellulite si può suddividere in 3 stadi (o fasi) caratterizzati da un graduale deterioramento del tessuto sottocutaneo.

La prima fase (edematosa) è quella precoce in cui predomina il ristagno dei liquidi e la cellulite si avverte unicamente al tatto. In questa fase sono frequenti disturbi come gonfiore, pesantezza e formicolii agli arti inferiori.

La seconda fase (fibrosa) è caratterizzata dalla diffusione del disturbo che interessa anche il tessuto adiposo. A questo stadio la cellulite è visibile (pelle a "buccia d'arancia") perché l'accumulo dei liquidi e la cattiva circolazione determinano un rigonfiamento delle cellule adipose.

La terza fase (sclerotica) è il risultato finale della degenerazione del tessuto. La pelle presenta avvallamenti e gonfiori molto evidenti che le conferiscono il tipico aspetto "a materasso".

Esistono 3 tipi di cellulite: compatta, flaccida (molle) ed edematosa.

La cellulite compatta colpisce generalmente individui in buone condizioni fisiche e con muscolatura tonica, quella flaccida si manifesta in soggetti di mezza età con tessuti poco tonici e quella edematosa si osserva insieme a quella compatta e rappresenta la conseguenza frequente di malattie circolatorie.

Esiste anche una "falsa cellulite" legata allo scivolamento distrettuale dal connettivo sottocutaneo, per forza di gravità, di alcune regioni corporee come i glutei, o la parte interna della coscia o delle braccia. Questo inestetismo, molto diffuso e comunque in parte sempre presente dopo i 40 anni, è legato, se si presenta anzitempo, a dimagrimenti rapidi ed eccessivi, a ipotonia muscolare per sedentarietà o alterazioni posturali e trattamenti errati.

Cosa fare?

Il primo presidio per combattere la cellulite è il movimento. Quindi prima di lamentarsi, bisognerebbe essere disposte a non essere pigre… Ogni esercizio fisico accresce la portata circolatoria e fa aumentare la richiesta di ossigeno da parte dei muscoli che bruciano energia ricavandola dalle cellule adipose. Ma quale attività fisica? Soprattutto la ginnastica di tipo aerobico, come jogging e bici. Per cominciare, per ridare tono alla fascia muscolare situata subito sotto lo strato adiposo, basterebbe una camminata di mezzora al giorno di buon passo.

Non bisogna dimenticare una dieta adeguata, vale a dire semplicemente con più frutta e verdura, povera di zuccheri e grassi, senza tralasciare le proteine, che aiutano i muscoli delle gambe a non cedere e diventare flaccidi.

Per il resto, se si tratta di "falsa cellulite" è indicata un'eventuale correzione dell'aumento di peso, una tonificazione e ricostruzione muscolare, con lavoro attivo o con elettrostimolazione. I muscoli così risalgono ed evitano allo strato adiposo di creare antiestetiche sporgenze.

Per la cellulite classica, passiamo ora in rassegna i trattamenti possibili, limitandoci per il momento a quelli che hanno buon rapporto qualità prezzo, quelli insomma …che permettono di non svenarsi.

  • Creme anticellulite. Da sole servono a poco. Le creme, o più in generale, i prodotti anticellulite non fanno miracoli, ma possono aiutare soprattutto nella prima fase della malattia, o successivamente, se accompagnati da trattamenti più specifici e corretta igiene di vita, danno risultati soddisfacenti. Un paio di esempi? Creme che contengono ormoni tiroidei, e fanghi di guam.
  • Linfodrenaggio manuale. È un trattamento particolarmente adeguato in presenza di cellulite sui polpacci e sulle cosce, ma che comunque andrebbe sempre attuato in sinergia quando si effettuano altre terapie. La tecnica è quella di riattivare il normale cammino della linfa. Per fare ciò è necessario prima di tutto " aprire " l'ultima uscita della linfa, cioè la stazione linfatica posta nel collo, dove confluiscono la vena succlavia e la giugulare; è proprio da qui infatti che la linfa comincia il suo cammino nel sangue. Si passa quindi al trattamento dell'addome, degli arti inferiori, della schiena, convogliando così il flusso della linfa verso l'alto, in direzione della stazione linfatica terminale, "svuotando" così le gambe. Diffidate però da chi vi propone un linfodrenaggio limitato solo alle gambe. Ogni seduta dura dai 50 – 60 minuti. Dopo un primo ciclo si può proseguire il mantenimento con le macchine di pressoterapia.
  • Mesoterapia. È indicata soprattutto per la cellulite al primo e secondo stadio. È una tecnica che si basa sulla microiniezione locale di una miscela di farmaci nelle zone da trattare. Con questa metodica si ottiene un triplice effetto: lipolitico, drenante e vasoprotettivo . Negli ultimi anni alla terapia con farmaci allopatici (della medicina tradizionale) si è affiancata quella con sostanze omeopatiche, che oltre a dare anch'essa buoni risultati, è priva ogni rischio di reazione allergica, possibile invece, per quanto poco frequente, con il trattamento allopatico. Nell'ipotesi omeopatica bisogna però abbinare i giusti rimedi generali per via orale. La mesoterapia può essere eseguita anche usando il multiniettore, cioè una siringa collegata ad una piastra sulla quale vengono applicati i minuscoli aghi il cui numero varia. Ma non ci sono grossi vantaggi. Se il medico vuole intervenire invece con più precisione e pazienza, soprattutto per non ledere i vasi capillari, è preferibile l'ago singolo, che permette di "colpire" solo le zone scelte.
  • Carbossiterapia. Inverte il processo di alterazione e rallentamento del microcircolo: il sangue scorre più velocemente, i tessuti sono più ossigenati, le scorie vengono smaltite e così irregolarità cutanee ed edemi si risolvono. Consiste in microiniezioni localizzate di anidride carbonica medicale, somministrata tramite un minuscolo ago inserito su un tubo sterile usa e getta collegato all'apparecchiatura. Il trattamento è sicuro per il paziente, poiché l'anidride carbonica è atossica e non provoca embolia; è compatibile con l'organismo umano, che la produce costantemente e la elimina. Utilissima anche per ridurre le adiposità localizzate e combattere i cedimenti tessutali (braccia, interno coscia)
  • Elettrolipolisi. Abbastanza utile in tutti gli stadi, anche se viene indicata in particolar modo nella cellulite fibrosa, cioè quella caratterizzata da noduli di grasso non ancora affiorati in superficie a formare l'aspetto a "materasso". Questa metodica si effettua posizionando sotto pelle sottilissimi aghi, di lunghezza variabile, collegati ad un apparecchio che funge da generatore di corrente, molto debole, la quale, creando una serie di campi magnetici, scioglie i grassi. I risultati migliori si ottengono nel ridurre gli accumuli adiposi (es. "rotolini" sull'addome, o cuscinetti sui fianchi). Non tutte le persone però rispondono in modo uniforme.
  • Hydroelettroforesi (apparecchiatura Hydrofor). È una tecnica innovativa per la veicolazione attraverso la pelle di molecole all'interno dei tessuti, senza utilizzare gli aghi. Utile soprattutto per quelle persone che si fanno prendere dal "panico da aghi". Attraverso correnti a bassa intensità è possibile trasportare principi attivi fino a profondità mai raggiunte prima, senza ledere la cute, gli altri organi, od interagire col sistema circolatorio. Il dispositivo Hydrofor è infatti una "siringa virtuale" elettroterapica, dove, al posto dell'ago, vi sono correnti modulate e pulsate a bassa intensità. In tal modo è possibile effettuare trattamenti specifici e diversificati per ogni patologia distrettuale, con risultati stabili e duraturi. In più rispetto alla meso, permette ad esempio anche di effettuare una tonificazione dei muscoli (per es. glutei).
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