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Carbossiterapia, una strategia vincente

Carbossiterapia, una strategia vincente
Medico Chirurgo con formazione specifica come medico di Medicina Generale (MMG) e con Master Universitario di Secondo Livello in Medicina Estetica.
Creazione: 8 ago 2016 · Aggiornamento: 3 nov 2020
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La Carbossiterapia è una metodica nata in Francia, già nel 1932. In un primo momento veniva utilizzata come cura per l’insufficienza venosa, ma oggi rappresenta una terapia molto utile per la cura di diverse patologie. 

Infatti, questa metodica permette di:

• poter trattare le adiposità localizzate, (ai fianchi, doppio mento e occhiaie), sia con un’azione lipoclasica diretta che con un incremento della lipolisi, dovuta all'aumento della locale disponibilità di ossigeno);

• poter migliorare il microcircolo;

• tonificare il derma specie per ringiovanire il viso, le mani, il décolleté e il collo;

• aumentare l'elasticità della cute;

• trattare la P.E.F.S (cellulite)

• trattare le lassità cutanee (arti inferiori e superiori e addome)

• trattare le smagliature

• trattare le cicatrici

Quali sono le sue azioni sul corpo?

L'anidride carbonica, da un punto di vista ematico, stimola la dilatazione dei vasi sanguigni più piccoli, aumentando il flusso ematico e anche il microcircolo capillare. Nel tessuto adiposo, invece, l’anidride carbonica ha un’azione lipolitica, cioè attiva il processo metabolico dei trigliceridi e la loro scissione, liberando glicerolo e acidi grassi. Il risultato benefico è sortito dall’azione meccanica provocata dai gas che impatta sugli accumuli adiposi, incrementando la quantità di ossigeno disponibile nei tessuti e ravvivando il metabolismo delle cellule. Da un punto di vista cutaneo la CO2 stimola i fibroblasti e la loro attività. Questo aspetto è molto utile, perché la produzione di elementi come elastina, acido lattico e collagene si deve proprio ai fibroblasti.

Inoltre, l’anidride carbonica possiede anche effetti depurativi, in quando aiuta l’organismo a drenare gli eccessi di liquidi e ad eliminare le tossine.

Come si esegue?

La CO2 medicale, sterile, viene erogata attraverso un device, collegato ad una bombola al cui interno si trova la CO2 sterile. Un flussimetro, collegato a questo device, aiuta a regolare il flusso e la temperatura nel corso del trattamento. Per somministrare questa anidride carbonica nei tessuti sottocutaneI si usano degli aghi molto sottili e monouso, collegati anch’essi al dispositivo attraverso dei tubi, sempre sterili. Il medico determina sia la quantità di gas che deve essere iniettata che la sua velocità nel fuoriuscire, basandosi su parametri e protocolli terapeutici stabiliti specificatamente per ogni paziente a seconda alle diverse esigenze, in modo da avere un trattamento personalizzato.

L’anidride carbonica può essere nociva?

Non lo è perché viene istantaneamente inattivata dall’azione di un enzima chiamato anidrasi carbonica o CAH, che si trova sulla membrana che circonda i globuli rossi. Poi, la CO2 viene idrolizzata in idrogeno e bicarbonato di sodio.

carbossiterapia doppiomento

Cosa è necessario sapere?

È necessario conoscere la metodica di azione ed avere a propria disposizione un device che permetta di modulare i parametri, rapportando quindi il protocollo di impiego in base alla tipologia di problematica da trattare ed alla sensibilità del paziente. Infatti, i parametri dell’apparecchiatura devono essere regolati anche per rendere il trattamento il più indolore possibile. Nel trattamento della P.E.F.S. (cellulite) e nelle alterazioni del microcircolo che provocano una serie di inestetismi, è possibile adottare dei protocolli combinati di carbossiterapia e mesoterapia da effettuare con un intervallo di sette giorni.

Cosa valutare in anamnesi?

Prima di procedere ai trattamenti di carbossiterapia è consigliabile effettuare preventivamente uno screening, che permette di individuare se l’adiposità localizzata è di tipo ipertrofico o iperplastico, inoltre è bene sempre valutare anche se vi sia la concomitante disfunzione circolatoria o una stasi linfatica e le relative cause. In genere si prescrivono degli esami clinici preventivi da eseguire.

Quali sono i benefici?

Dopo aver eseguito il trattamento, si ottiene una riattivazione del metabolismo cellulare e l’effetto che sortisce sui fibroblasti, provoca un aumento di produzione del collagene e dell’elastina, così che la pelle risulterà più tonica.

Quali sono le sue applicazioni?

Nata come trattamento per le ulcere croniche in pazienti poli-patologici o anziani ma trova applicazione in numerosi altri ambiti. Nel trattamento delle smagliature rosse e delle cicatrici di varia natura, è possibile anche ottenere risultati apprezzabili dopo poche sedute. Le smagliature datate e le cicatrici di varia natura, pur non scomparendo del tutto, tendono a migliorare in modo significativo. Nella zona viso e nella zona collo e décolleté, si potrà avere un discreto effetto lifting. Nel doppio mento, l’effetto di questo trattamento sulle cellule grasse (adipociti) permette una riduzione di questo inestetismo anche nei pazienti di sesso maschile.

Quali i limiti di applicazione?

La carbossiterapia consente di trattare le P.E.F.S. da grado lieve a moderato, cioè di 1º, 2º e 3º grado. Le celluliti di quarto grado, o quelle definite a volte come “cellulite a materasso”, non possono essere trattate, in quanto si caratterizzano per delle modificazioni irreversibili nei tessuti per le quali il medico si deve avvalere di device diversi e mirati o, dove indicato, anche della chirurgia.

Quali i risultati e dopo quanto tempo sono visibili?

I protocolli di somministrazione possono variare in base alla natura della problematica, ma è consigliata almeno una seduta a settimana. Se l’applicazione sarà meno frequente, i risultati saranno visibili in modo più lento e graduale. Si consiglia comunque di eseguire dei cicli di terapie ed effettuare poi delle terapie di richiamo, per poter mantenere i risultati ottenuti.

Quali sono le controindicazioni?

Il trattamento non è indicato nei casi di importante anemia, gravidanza, glaucoma, nonché in pazienti che presentano neoplasie, per i quali viene richiesto il riscontro dell’oncologo. Inoltre, si deve prestare un’attenzione particolare anche nei pazienti che soffrono di scompensi cardiocircolatori.

Riassumendo

Trattasi di un trattamento sicuro che non ha effetti secondari e controindicazioni, ma è importante eseguire preventivamente una precisa anamnesi. La terapia si esegue in modo semplice e veloce, ben tollerata dai pazienti ed altamente gratificante nei risultati.

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