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Accettarsi ed amarsi dopo un intervento di chirurgia plastica

Accettarsi ed amarsi dopo un intervento di chirurgia plastica
Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, socio SICPRE e GIST. Durante la sua carriera ha realizzato più di 3000 interventi e oltre 6000 trattamenti estetici.
Creazione: 15 lug 2015 · Aggiornamento: 16 lug 2019
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Ultima parte dell'intervista al Dott. Cristiano Biagi, chirurgo plastico, e la Dott.ssa Silvana Ceccucci, psicologa, su come sostenere psicologicamente i propri pazienti nelle varie fasi dell'intervento, anche quelle più complicate, quando non ci si accetta.

1. Che tipo di accompagnamento psicologico fare durante il pre e il post operatorio?

Dott.ssa Ceccucci: Diciamo che, qualora il soggetto non presenti particolari problematicità o specifiche patologie psichiche, e che la sua richiesta sia adeguatamente e oggettivamente motivata, allora si può pensare a un supporto psicologico volto a ottimizzare e rendere più piacevole e costruttivo tutto l'iter dell'intervento. Sarebbe infatti importante che tutta l'esperienza possa rappresentare per il soggetto un momento di grande positività, di crescita personale se non addirittura di rinascita.

Nell'accompagnare un paziente in questo percorso è importante dare spazio sia allo studio preliminare della personalità sia a momenti di riflessione che possano servire a delucidare i rapporti che intercorrono tra mente e corpo, sia a dare al paziente strumenti tecnici per gestire l'ansia, contenere lo stress e vivere il più possibile consapevolmente la scelta valutandone i pro e i contro, considerando la sua immagine complessiva, il suo immaginario corporeo e tutto quanto connesso a questa scelta. Questo soprattutto nella fase preparatoria all'intervento.

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Nella fase post-operatoria, parlando di un esito soddisfacente, credo che il lavoro psicologico debba concentrarsi soprattutto nell'aiutare la persona ad "integrare mentalmente" la nuova immagine di sé con i suoi contenuti psichici in modo che questa possa esserne congruentemente e felicemente rappresentativa. Infatti, anche qualora tutto sia andato bene, la nuova caratteristica acquisita così velocemente (e se pur tanto attesa e desiderata), può percepirsi come una "sospensione" o "sorta di vuoto" finché non sarà investita di significato e di senso nell'immagine globale della persona. 

Possiamo notare che già questo fenomeno succede anche solo cambiando colore o taglio dei capelli, quindi a maggior ragione lo sarà per un particolare del viso o del corpo. Per tutti questi importanti processi psichici occorre tempo, e l'accompagnamento psicologico post-operatorio è davvero importante. Aggiungo anche che consulenti d'immagine possono avere un ruolo interessante e utile nel contesto di queste problematiche sia pre che post intervento.

Dott. Biagi: Nei casi in cui ravviso la necessità- e stanno diventando molti!- prescrivo sempre, insieme ai vari esami, una consulenza preliminare con uno psicologo di fiducia. Spetterà poi al paziente ed allo psicologo, col quale ho uno scambio continuo di opinioni, decidere se proseguire il rapporto professionale dopo l'intervento.

2. Molti interventi di chirurgia estetica o piccoli ritocchini contribuiscono a migliorare la qualità della vita e l'autostima dei pazienti. Come riconoscere un paziente che non sarà mai soddisfatto del suo fisico?

Dott.ssa Ceccucci: Un paziente che non sarà mai soddisfatto del suo fisico è una persona profondamente insicura, inconsapevole e tutta sbilanciata sul piano del piacere. Chiaramente il fattore età potrà anche indicarci il livello di questa immaturità. La componente narcisistica della personalità fondamentale è legata ad un forte desiderio di percepirsi come irresistibile seduttore-seduttrice alla cui capacità è attribuito ogni successo nella vita. Questi segnali non sono difficili da cogliere con una breve indagine e soprattutto con la capacità di osservazione del comportamento non verbale del soggetto che può risultare esageratamente artefatto (trucco e abbigliamento) e non adeguato all'età. Altri segnali possono essere ansia, mancanza di equilibrio e scarso controllo. Generalmente al contatto con questi soggetti si ha l'impressione che non vivano nella realtà bensì in un mondo tutto loro.

Notare che, di solito, dalle loro descrizioni si dipingeranno all'opposto di tutto questo, agendo il classico meccanismo della negazione. Nella loro maniacale e ossessiva ricerca di una perfezione in tutto sono sempre insoddisfatti e infantili con tratti di profonda tristezza.

accettarsi dopo la chirurgia

Dott. Biagi: Generalmente si tratta di persone che hanno già fatto ricorso alla chirurgia estetica e che non sono mai soddisfatti: questi casi sono da "prendere colle pinze", e spesso non vanno rioperati.

Altra situazione tipica è quella del giovane paziente che "sa già lui tutto" prima di arrivare a visita. Il web in tal senso ha prodotto molti disastri: ho vari casi di giovani pazienti che, navigando qua e là, modificandosi le foto, ecc., arrivano in studio già con la loro soluzione. Contraddirli diventa un'impresa epica!

3. L'intervento è riuscito, ma il dolore accumulato in tanti anni di non accettazione di sé rimane. Cosa fare per "ritoccare" l'anima e riuscire ad amarsi a 360º?

Dott.ssa Ceccucci: Ecco, c'è questo grande lavoro psicologico da fare e va accettata la necessità di compierlo fino in fondo fino al raggiungimento di un nuovo stato dell'essere complessivamente più maturo. Però sentirsi libero da un difetto oggettivamente limitante è un ritorno alla gioia.

Fortunatamente l'Anima è perfetta sempre e proprio per questo è in grado di illuminare il corpo in qualsiasi condizione venga a trovarsi. Tra l'anima e il corpo deve esserci un grande amore, un legame davvero indissolubile (come di fatto è), spesso non ci accorgiamo e creiamo divisioni fra i due; quindi dovremo imparare di nuovo a sentirci uniti e allora l'intramontabile luce dell'anima ci insegnerà ad amare ogni parte di noi. Questo carisma sarà trasmesso agli altri, è certo!

Dott. Biagi: La chirurgia estetica spesso non basta; servono anche altri approcci, altri percorsi di crescita e cambiamento individuale. Alla fine, questa è la mia personale opinione, l'unico chirurgo in grado di "ritoccare" profondamente l'anima non è un uomo, ma è Dio. L'uomo, se vuole, può attingere alle Sue specialissime e abilissime mani che tutto guariscono, è libero di farlo, dovrebbe farlo, e tra l'altro è gratis!

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