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​Rinoplastica secondaria: che fare quando l'intervento non è riuscito?

​Rinoplastica secondaria: che fare quando l'intervento non è riuscito?
Dott. Luigi Fantozzi
Chirurgo Plastico ed Estetico cha ha lavorato ad oltre 4000 interventi, dei quali quasi la metà nell'ambito della chirurgia del seno che rappresenta infatti una delle sue principali specializzazioni.
Creazione: 18 feb 2015 · Aggiornamento: 24 lug 2019
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Molti pazienti rimandano la decisione di rifarsi il naso per il terrore di esiti spiacevoli, che possono richiedere un nuovo e magari ancor più complesso intervento. Il Dott. Luigi Fantozzi, un chirurgo plastico che può vantare un'ottima esperienza nella chirurgia del naso, ci aiuta a far luce su questo delicato argomento.

Il Dott. Fantozzi parla della rinoplastica secondaria

Dottor Fantozzi, le statistiche dicono che la rinoplastica secondaria, che si tratti di un semplice ritocco o di un vero e proprio rifacimento a causa di un intervento precedente mal riuscito, riguarda circa il 10 per cento dei casi, ma è davvero un' eventualità che deve spaventarci?

Mi sento di tranquillizzare i pazienti che approcciano alla rinoplastica soprattutto perché la stragrande maggioranza delle complicanze che portano ad un re-intervento sono banali e richiedono correzioni minime, spesso ambulatoriali o comunque in anestesia locale; mentre soltanto il 2% richiede un re-intervento vero e proprio.

La possibilità di un re-intervento non deve assolutamente spaventare, ma far riflettere prima di affrontare un intervento delicato come la rinoplastica, al fine di evitare che i pazienti possano sottovalutare l'entità del passo che si accingono a compiere o possano fare scelte affrettate e sbagliate, facendosi guidare dal miraggio del risparmio estremo o affidandosi a chirurghi improvvisati.

Risultati rinoplastica secondaria

Prima e dopo l'intervento di rinoplastica secondaria. Paziente del Dott. Fantozzi.

Il consiglio che posso dare è di documentarsi il più possibile sull'intervento cui intendono sottoporsi, ragionare sulle proprie aspettative di risultato senza perdere il contatto con la realtà e soprattutto rivolgersi a professionisti con esperienza specifica nella rinoplastica.

Dottor Fantozzi, ci può spiegare quali sono le principali difficoltà tecniche legate ad un intervento di rinoplastica secondaria?

Le difficoltà che si possono incontrare sono molteplici ed aumentano in maniera esponenziale ad ogni intervento successivo, facendo crescere il rischio di complicanze.

Prima di tutto il chirurgo si trova a dover operare su tessuto cicatriziale, che risulta più difficile da scollare e rimodellare. A volte la cute stessa si presenta alterata in seguito al primo o ai primi interventi. Essa può risultare tesa, poco elastica o assottigliata. Inoltre c'è da considerare l'incognita del come siano state modificate le strutture osteo-cartilaginee e se siano stati utilizzati innesti cartilaginei o addirittura sintetici dal precedente chirurgo.

Spesso nelle rinoplastiche secondarie e terziarie è più indicato effettuare una rinoplastica "open" al fine di valutare meglio la situazione di partenza ed intervenire in maniera più sicura.

Ultima, ma non meno importante, la difficoltà di dover assistere anche psicologicamente pazienti già provati dalla precedente esperienza, che risultano quindi più diffidenti, emotivi ed esigenti rispetto alle persone che si sottopongono ad interventi primari.

Risultati e post operatorio della rinoplastica secondaria

È vero che si possono formare cicatrici interne ipertrofiche, tali da causare problemi funzionali o addirittura deformare l'aspetto del naso?

Ritengo di poter escludere tale evenienza. Alterazioni della funzione respiratoria possono verificarsi solo ed esclusivamente per interventi eccessivamente demolitivi sulle strutture portanti del naso quali setto, turbinati e cartilagini triangolari, tali da creare ostruzioni al flusso aereo o cedimento della valvola nasale esterna. Mentre invece il tessuto cicatriziale eccedente potrebbe influenzare l'estetica del naso creando uno spessore non voluto ed imprevisto.

Con quali accorgimenti si può giungere ad un risultato naturale della rinoplastica, e come fare ad ottenerlo in un secondo intervento nel caso il primo sia stato troppo invasivo?

La naturalezza del risultato sta nell'armonia delle forme e nel rispetto dell'anatomia e della fisionomia di base.

E' essenziale per il chirurgo conoscere l'anatomia del naso al fine di rispettare al massimo le strutture che lo compongono senza spingersi eccessivamente oltre, nel disperato tentativo di accontentare ad ogni costo richieste impossibili da soddisfare. E' essenziale inoltre conoscere il maggior numero, se non tutte, le centinaia di tecniche di rinoplastica esistenti per far fronte ad ogni situazione. Infine esperienza e senso estetico fanno il resto.

Dott. Angelo Scioli
Senza opinioni
Pescara, Pescara
Milano, Milano
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